Arnold Hauser - Storia sociale dell'arte.pdf

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Storia sociale
dellarte
di Arnold Hauser
Storia dellarte Einaudi 1
da
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Edizione di riferimento:
Arnold Hauser, Storia sociale dellarte. Volume pri-
mo. Preistoria. Antichità. Medioevo, trad. it. di Anna
Bovero, Einaudi, Torino 1987
Titolo originale:
Sozialgeschichte der Kunst und Literatur, Ch. H.
Beck, München
Storia dellarte Einaudi 2
Indice
la preistoria
I. Letà paleolitica. Magia e naturalismo
4
II. Letà neolitica. Animismo e geometrismo
12
III. Lartista stregone e sacerdote. Larte come
professione e attività domestica
23
civiltà urbane dellantico oriente
I. Elementi statici e dinamici nellarte
dellantico Oriente
31
II. La posizione dellartista e lorganizzazione
del lavoro artistico in Egitto
35
III. Larte stereotipa del Regno Medio
42
IV. Il naturalismo dellepoca di Echnatòn
49
V. La Mesopotamia
56
VI. Creta
59
lantichità classica
I. I tempi eroici e i tempi di Omero
65
II. Larcaismo e larte alle corti dei tiranni
79
III. Classicità e democrazia
94
IV. Lilluminismo greco
104
Storia dellarte Einaudi 3
la preistoria
Capitolo primo
Letà paleolitica.
Magia e naturalismo
Antichissima è la leggenda delletà delloro. Non
conosciamo esattamente lorigine sociologica del culto
del passato; che può avere le sue radici nella solidarietà
familiare e tribale o nello sforzo di gruppi privilegiati di
fondare i loro privilegi sullorigine. Comunque, lidea
che il migliore debba essere anche il piú antico è ancor
oggi cosí forte che storici dellarte e archeologi non arre-
trano neppure davanti alla falsificazione storica, pur di
riuscire a presentare come originario lo stile che prefe-
riscono. Come primissima testimonianza dellattività
artistica, gli uni designano larte severamente formale
volta a stilizzare e idealizzare la vita, gli altri invece il
naturalismo, che coglie e mantiene lessere naturale delle
cose; vedendo gli uni nellarte un mezzo per dominare
e soggiogare la realtà, gli altri uno strumento della devo-
zione alla natura. In altre parole, essi attribuiscono il
pregio di una maggiore antichità o alle forme geometri-
co-ornamentali, o alle espressioni di un naturalismo
mimetico, secondo le proprie inclinazioni autocratiche
e conservatrici, o liberali e progressive
1
.
Ma ciò che è piú notevole nel naturalismo preistori-
2
Storia dellarte Einaudi 4
. In ogni caso, i
monumenti indicano, in modo chiaro e sempre piú strin-
gente col procedere dellindagine, la priorità del natu-
ralismo, cosí che diventa sempre piú difficile sostenere
la teoria di unarte originariamente lontana dalla natu-
ra e stilizzatrice della realtà
Arnold Hauser Storia sociale dellarte
co non è che esso sia piú antico dello stile geometrico,
che sembra tanto piú primitivo; bensí che vi si possano
già riconoscere tutti gli stadi tipici di sviluppo che appa-
riranno poi nella storia dellarte moderna; poiché esso
non è affatto quel fenomeno puramente istintivo, inca-
pace di sviluppi, astorico, descritto dagli studiosi fana-
tici del geometrismo e del rigorismo formale.
Abbiamo a che fare con unarte che da una lineare
fedeltà alla natura, ancora un po rigida e minuziosa nel
modellare le singole forme, si evolve verso una tecnica
fluida e arguta, quasi impressionistica, e sa rendere con
efficacia limpressione visiva in modo sempre piú pitto-
rico, rapido e apparentemente improvvisato. La corret-
tezza del disegno sinnalza fino a un virtuosismo che si
propone di dominare positure ed aspetti sempre piú dif-
ficili, movimenti e conversioni sempre piú fugaci, scor-
ci e tagli sempre piú arditi. Questo naturalismo non è
una formula rigida e immota, ma una forma mobile e
viva che si accinge a riprodurre il vero con i mezzi piú
diversi e assolve il suo compito ora con maggiore, ora
con minore abilità. Lo stato di natura cieco e istintivo
è già superato da un pezzo, ma il grado di civiltà che crea
formule rigide e salde è ancor di là da venire.
Questo fenomeno, forse il piú singolare di tutta la
storia dellarte, è tanto piú sconcertante in quanto non
trova riscontro nei disegni infantili, né, di solito, nel-
larte dei selvaggi. I disegni dei bambini e larte dei sel-
vaggi son frutto della ragione, non dei sensi; mostrano
quel che il bimbo e il selvaggio sanno, non quello che
vedono realmente. Entrambi offrono delloggetto una
sintesi teorica, non una visione organica. Combinano la
veduta frontale con quella di fianco o dallalto, non tra-
lasciano nulla di quanto giudicano attributo importante
delloggetto, esagerano le proporzioni di ciò che ha un
valore biologico o causale e trascurano tutto ciò che
per quanto possa essere, in sé e per sé, imponente e sug-
Storia dellarte Einaudi 5
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