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Senti chi parla
Mario Giordano
SENTI CHI PARLA
Viaggio nell’Italia che predica bene e razzola male
MONDADORI
Dello stesso autore in edizione Mondadori
www.librimondadori.it
ISBN 978-88-04-56775-2
2007 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano I edizione aprile 2007
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A mio papà, a mia mamma
Alla mia maestra
A tutte le (poche) persone cui non ho mai dovuto dire: “Senti chi parla”.
Indice
 
Premessa
Attenti ai tromboni
Ci sono momenti nella vita di una persona in cui uno si chiede se valga davvero la
pena. Ci sono persino dei momenti in cui uno si risponde: forse no. Per esempio: vale
la pena scrivere un libro? Passare le sere attaccato al computer anziché giocare con i
figli? Abdicare al cinema per rileggere le bozze? Rinunciare al saggio di danza di
fine anno o alla recita di Natale per controllare l’ultima scartoffia d’archivio? Be’,
adesso che ci penso, al saggio di danza forse si può anche rinunciare: è sempre una
palla mostruosa. Ma è possibile arrivare al punto di preferire le sentenze dei tribunali
perfino a una cenetta romantica con mia moglie al ristorante Da Pierino?
Sono domande retoriche, si capisce. È un po’ come chiedere a un camionista se
preferisce il calendario della Ferilli o quello degli orangutan. Ecco: se risponde
orangutan, vedete di non offrirgli mai le spalle. Ma non divaghiamo. Restiamo al
punto. Il punto è che ci sono sempre tanti buoni motivi per non leggere un libro.
Figurarsi quanti ce ne sono per non scriverlo. Per altro, se non mi hanno aumentato
nel frattempo le percentuali sulle vendite, rende anche assai poco rispetto alla fatica
(ehi, Mondadori, si può fare qualcosa al riguardo?).
E allora vi domanderete: perché l’hai scritto? Potrei rispondervi che avevo un
sacco di cose importanti da dire. Potrei rispondervi che non potevo farne a meno. Ma
sarei anch’io un trombone. Invece vi dico: perché ne avevo voglia. Perché mi
divertiva. E anche, un po’, perché me l’hanno chiesto.
Io lo so com’è andata. Quelli della Mondadori hanno cominciato a guardare i
grafici delle vendite degli altri miei volumetti. “Non male” dice uno. “In effetti...”
risponde l’altro. “Ma quest’autore quanto lo paghiamo?” riprende il primo. “Sempre
meno di Bruno Vespa...” taglia corto il secondo. Lì dev’essere nata l’idea. E così mi
hanno telefonato. La prima volta ho fatto finta di niente. Loro mi hanno ritelefonato.
“Il contratto è pronto.” Mi hanno adescato, quindi hanno cominciato a incalzarmi: “A
che punto sei?”. Non ho avuto cuore di rispondere che ero sul punto di andare al
ristorante Da Pierino. Per cui, eccomi qui.
Mi rendo conto che non vi ho ancora detto di cosa si occupa questo libro. Del
resto, immagino, se l’avete comprato già lo sapete. Magari ve l’ha consigliato
qualcuno. Oppure l’avete sbirciato in copertina. Comunque, quando mai uno legge la
premessa per sapere di che cosa tratta un libro?
Quando ho firmato il primo contratto, per la verità, pensavo che le premesse le
scrivessero solo personaggi importanti per dare lustro all’opera. Cioè, come dire: chi
scrive è un pirla, ma siccome c’è la presentazione di Montanelli forse vale la pena
leggere. Alla Mondadori sono sempre stati contrari a fare scrivere le presentazioni
dei miei libri a personaggi importanti. Forse pensano che non sia poi così pirla. O
forse pensano che sono così pirla che nessun personaggio importante scriverebbe per
me. Chissà.
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