Il Corriere della Sera - 31.07.2009.pdf

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VENERDÌ 31 LUGLIO 2009 ANNO 134 - N. 180
In Italia EURO 1,00
Milano, Via Solferino 28
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Venezia / 1
Venezia / 2
Domani in edicola
La protesta degli attori
Theron fra le star
Insolite domande e risposte
«Comportamento umano»
Secondo volume
Morante, Castellitto, Verdone contro Bondi
Quattro gli italiani in gara
5,90 euro
di Valerio Cappelli e Paolo Mereghetti apagina40
di Giuseppina Manin apagina41
più il prezzo del quotidiano
Nuovo Ente e una banca
per gli interventi al Sud
Bari, accuseal centrosinistra
Tra libri e film
Perquisite le sedi dei partiti della giunta Vendola
T ERRORISTI
P ENTITI
CON LA P APPA
NEL C UORE
Il governo cambia il decreto anticrisi
Un nuovo Ente e una banca
per gli interventi destinati a so-
stenere il Sud. Oggi la fiducia
sul decreto anticrisi del gover-
no e il varo delle modifiche al
testo di legge. Pressing del Qui-
rinale. Arriva intanto da Berlu-
sconi un no deciso al partito
del Sud. «È inaccettabile e va
contro il Pdl», dice il premier.
Bossi è con lui.
Appalti della sanità puglie-
se per finanziare i parti del
centrosinistra. Ma anche in-
treccio tra mafia e politica. So-
no queste le ipotesi di reato su
cui si basa l’inchiesta della pm
antimafia barese Desirè Dige-
ronimo che ha portato al se-
questro dei bilanci di Pd, So-
cialisti, Prc, Sl, Lista Emiliano.
Una ventina le persone indaga-
te tra le quali il senatore Alber-
to Tedesco, ex assessore regio-
nale alla Sanità, e l’imprendi-
tore Giampaolo Tarantini, che
opera nel settore delle protesi.
Tarantini è già indagato per fa-
voreggiamento della prostitu-
zione per il presunto giro di
donne, tra cui la escort Patri-
zia D’Addario, inviate a feste
organizzate da Berlusconi a Pa-
lazzo Grazioli e Villa Certosa.
ALLE PAGINE 2 E 3
Piccolillo, Sarzanini
di CLAUDIOMAGRIS
Giannelli
Scossa pugliese
per Pd e alleati
I l prossimo settembre
sarà presentato a
Toronto il film «Prima
linea» di Renato De
Maria, tratto dal libro
autobiografico di Sergio
Segio, l’ex terrorista
colpevole dell’assassinio
dei magistrati Emilio
Alessandrini e Guido
Galli, della guardia
giurata Francesco Rucci
e di William Vaccher.
Del film si potrà parlare
solo dopo averlo visto.
Con Segio sono stato
brevemente in contatto
perché, quando era in
carcere, mi aveva
scritto alcune lettere,
che ho letto e cui ho
risposto.
CONTINUA A PAGINA 10
ALLE PAGINE 5 E 8
di ANTONIOMACALUSO
Le colpe delle classi dirigenti
È successo spesso in passato che gli
L’ I TALIA DIMENTICATA
investigatori, puntando sulle donne
abbiano intrappolato uomini che si
nascondevano alla giustizia: cherchez la
femme. A Bari è accaduto l’esatto contrario.
Indagando su alcuni appalti nella sanità che
sarebbero stati concessi in cambio di mazzette,
la Procura del capoluogo pugliese si è
imbattuta in un giro di ragazze che sarebbero
state portate, dietro compenso, in almeno un
paio di residenze del presidente del Consiglio.
Una robusta fornitura di intercettazioni
telefoniche e registrazioni ambientali ha fatto
girare i riflettori quasi esclusivamente su
questo filone, diciamo «indotto», mettendo in
ombra quello centrale dell’inchiesta.
CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
L e nazioni sono un prodot-
to complesso. Il materia-
le di base per costruirle
lo fornisce perlopiù la
storia, ma chi le porta ad esistere
e le fa vivere, dandogli forma idea-
le e statale, non sono i singoli né
le masse: sono i gruppi dirigenti.
Cioè innanzi tutto le classi politi-
che (e dunque la politica). Perciò,
se lo stato comatoso in cui versa-
no le celebrazioni per il 150˚anni-
versario dell'unità d'Italia signifi-
ca qualcosa, esso significa che ai
politici di questo Paese, tanto di
destra come di sinistra, la suddet-
ta unità, e cioè alla fine l'Italia, ap-
paiono tutto sommato irrilevanti.
Prova ne sia, come
è stato giustamen-
te osservato, che
nessuno di loro è
intervenuto nel di-
battito accesosi sul
tema in questi gior-
ni.
Non voglio dire
che i nostri uomi-
ni politici non nu-
trano un legame
storico e sentimen-
tale con il loro Pae-
se. Voglio dire che
l'Italia come entità nazionale, co-
me organismo collettivo, come
idea di una sorte comune dotata
di qualche senso, tutto questo
non entra più in alcun modo nel
loro discorso, non è più un dato
politico effettivo produttore di
emozioni, di analisi, di program-
mi. Paradossalmente, l'Italia è un
dato politico reale esclusivamen-
te per la Lega: ma lo è solo perché
oggetto della sua radicale avver-
sione. E' significativo, peraltro,
che perfino alle più ripugnanti
proposte leghiste, come quella re-
centissima di imporre agli inse-
gnanti un esame di cultura e lin-
gua locali, i suoi avversari, lungi
dal contrapporre l'idea d'Italia e
di unità nazionale, si limitino a in-
vocare, come ha invocato il presi-
dente Fini, il «rispetto della Costi-
tuzione». Quasi che dell'Italia
non possa pensarsi altra difesa,
ormai, che quella riservata a un
bene «giuridicamente protetto».
Oggi, insomma, salvo che per
la Lega, l'Italia non esiste più per
le nostre culture politiche. Non
era così nella prima Repubblica,
la quale, pur se nata in un mo-
mento in cui la coscienza nazio-
nal-statale era stata messa a dura
prova dalla catastrofe bellica, vi-
de tuttavia la non infeconda dia-
lettica tra culture politiche ognu-
na in stretto rap-
porto con la vicen-
da nazionale e con
una forte idea d'Ita-
lia. Si pensi da un
lato alla cultura cat-
tolica e a quella co-
munista — en-
trambe legate al da-
to centrale della
nostra storia rap-
presentato dalla
lontananza delle
masse popolari ri-
spetto alla costru-
zione dello Stato unitario — e
dall'altro alla cultura laico-sociali-
sta, viceversa appassionatamente
identificata con tale costruzione.
Uomini come Terracini e Amen-
dola, Scelba o Moro, Spadolini o
Craxi, furono altrettanti personag-
gi-simbolo di una storia tutta e
consapevolmente «italiana».
Una storia che Mani Pulite ha
inghiottito e dissolto. Da allora
dell'Italia, della sua vicenda e
dunque della sua unità, tranne la
Lega che le ha costituite a suoi
bersagli polemici, le culture poli-
tiche post-Tangentopoli non san-
no che cosa farsene.
CONTINUA A PAGINA 10
In spiaggia a Napoli
Approvata la Ru486. Sgreccia parla di scomunica
Aborto, sì alla pillola
Condanna della Chiesa
Mezzogiorno
Il fascino
del ritorno
della Cassa
Sì a maggioranza alla pil-
lola Ru486. Dopo una riunio-
ne durata oltre cinque ore,
l’Agenzia per il farmaco (Ai-
fa) ha deciso che potrà esse-
re messa in commercio. Una
discussione molto accesa
mentre all’esterno divampa-
vano le polemiche. Il sotto-
segretario al Welfare, Euge-
nia Roccella, ha cercato di
fermare la procedura presen-
tando la documentazione re-
lativa a 29 casi di donne
morte dopo aver preso la pil-
lola. E parla del rischio che
si possa arrivare a una «clan-
destinità legalizzata» degli
aborti. Ma la condanna più
dura arriva da monsignor
Sgreccia, presidente emeri-
to della Pontificia accade-
mia per la Vita: «Chi userà
la pillola, medico o pazien-
te, verrà automaticamente
scomunicato».
A PAGINA 18 De Bac, Vecchi
L’isola paralizzata
Bomba aMaiorca
L’Eta colpisce al cuore
il turismo spagnolo
di E. MARRO e M. SENSINI
A PAGINA 6
Distesi al sole, accanto a un morto
di PAOLO DI STEFANO
Un ombrellone rovesciato sulla battigia sotto il quale è adagiato il cadavere
di un uomo annegato, interamente coperto da un lenzuolo e da un
asciugamano. A un paio di metri, scene di ordinaria estate. Siamo sulla
cosiddetta Mappatella Beach, pieno lungomare di Napoli, su via Caracciolo,
dove ai napoletani piace fare il pic nic. Sdraio, teli da spiaggia, creme
abbronzanti. E bagnanti indifferenti.
A PAGINA 21
Un’autobomba dell’Eta è esplosa
a Maiorca. Morti due agenti della
Guardia Civil. Paura tra i turisti.
ALLE PAGINE 12 E 13 Del Frate, Rosaspina
Austerity sull’Expo, pronto il «Piano B»
di ELISABETTA SOGLIO
I dati Istat
Vento di austerity sul-
l’Expo che Milano ospiterà
nel 2015. Un dossier per il
ministro dell’Economia ri-
dimensiona gli introiti e i
turisti previsti per l’even-
to. E’ un piano B, che ta-
glia di quasi due miliardi
di euro gli investimenti an-
nunciati: via torri, padi-
glioni e vie d’acqua. Si pun-
ta sulla valorizzazione del-
le risorse di Milano.
A PAGINA 9
Il presidente di Alitalia
Otto milioni
di italiani
vivono
in povertà
Colaninno:
«Malpensa
così non va»
Il presidente di Alitalia Roberto Colaninno e il futuro
prossimo della compagnia. «Il rilancio è possibile, i
numeri ci sono. E c’è chi aspetta di entrare in società».
Su Malpensa. «Così non va. Chi parte da Torino,
Verona o Genova non sceglie quell’aeroporto».
A PAGINA 29 Polato
di ANTONELLA BACCARO
A PAGINA 19
Berlusconi aMiccichè: inaccettabile il tuo partito
Sanità «Finanziamenti in cambio di appalti». E spunta l’ombra della mafia
Un rapporto al ministro dell’Economia, tagli per quasi 2 miliardi di investimenti
131724546.051.png 131724546.062.png 131724546.073.png 131724546.084.png 131724546.001.png 131724546.002.png 131724546.003.png 131724546.004.png 131724546.005.png 131724546.006.png 131724546.007.png 131724546.008.png 131724546.009.png 131724546.010.png 131724546.011.png 131724546.012.png 131724546.013.png 131724546.014.png 131724546.015.png 131724546.016.png 131724546.017.png 131724546.018.png
2 Primo Piano
Venerdì 31 Luglio 2009 Corriere della Sera
#
Bari L’inchiesta
❜❜
Adesso capiamo meglio perché D’Alema ha concentrato il fuoco contro
Berlusconi a partire dal famoso discorso sulla scossa
Fabrizio Cicchitto
Centrosinistra e appalti, blitz dei pm a Bari
Perquisite le sedi del Pd e di altri 4 partiti: ipotesi di gare pilotate nella sanità. C’è un pentito di mafia
Il governatore
Il senatore
DAL NOSTRO INVIATO
dando loro appalti nel settore
sanitario. In cambio, gli im-
prenditori avrebbero girato par-
te del denaro ai partiti, finan-
ziandoli. Tra i reati contestati
c'è l'associazione a delinquere
finalizzata alla corruzione, alla
concussione, al falso, alla truf-
fa e all'abuso d'ufficio per i pre-
sunti illeciti negli appalti sani-
tari. Ma c'è anche l'aggravante
mafiosa per alcuni degli indaga-
ti. Ieri mattina i carabinieri so-
no apparsi nelle sedi del Pd, di
Rifondazione Comunista, di Si-
nistra e Libertà, della Lista Emi-
liano (il neo-riconfermato sin-
daco di Bari) e dei Socialisti Au-
tonomisti dell'ex assessore alla
Sanità, Alberto Tedesco, dimes-
sosi dall'incarico dopo essere
stato indagato, ma ripescato
dal Pd in Senato al posto di De
Castro eletto eurodeputato. In
mano il decreto di acquisizione
della documentazione «relati-
va all'esistenza di rapporti ban-
cari intrattenuti con istituti di
credito, nonché ai bilanci degli
anni 2005/2006/2007 e 2008».
Da quel momento le voci su un
imminente allargarsi dell'in-
chiesta si sono rincorse. Si è
parlato di una ventina di inda-
gati che includerebbero anche
politici non solo locali. Poi il
tam tam ha ipotizzato il coin-
volgimento del presidente del-
la Regione Nichi Vendola che si
mostra tranquillo, anzi valuta
«positivo il fatto che si accerti
immediatamente sulla base di
documenti un'ipotesi forte che
sembra un po' azzardata». E
persino del vicecapogruppo Pd
al Senato Nicola Latorre che in-
vece smentisce. Tra gli indaga-
ti ci sarebbero, oltre al senato-
re Tedesco, ex assessore alla Sa-
nità, e un suo strettissimo colla-
boratore, anche la Lady Asl ba-
rese Lea Cosentino, manager e
dirigenti Asl, come Vincenzo
Valente direttore sanitario del-
la Asl di Lecce, imprenditori co-
me Dante Columella e Diego Ra-
na e il direttore sanitario del Po-
liclinico di Bari. Per l'altro ra-
mo dell'indagine si attendono
sviluppi rumorosi. Se ne parle-
rà molto oggi a Bari con Massi-
mo D'Alema che viene ad uffi-
cializzare la candidatura di Pier
Luigi Bersani alla segreteria del
Pd. Ieri Bersani era in Calabria
a ha preferito non commenta-
re, mentre il Pdl esultava e l'Idv
con Di Pietro rivendicava il no
detto a Vendola (ma lui smenti-
sce l'invito) e annunciava: «Ec-
co la scossa: la corruzione non
ha colore».
Virginia Piccolillo
Vendola:
inchiesta azzardata
Così si creano
solo polveroni
Il pd Latorre:
non c’entro nulla
Compro aRoma
anche i cerotti
BARI — Forniture di protesi,
appalti e servizi sanitari in cam-
bio di voti e soldi da destinare
ai partiti. Ma ora nell’inchiesta
di Bari si segue anche la pista
di denaro della mafia che sareb-
be finito tra i finanziamenti del-
la campagna elettorale del cen-
trosinistra. Il pm antimafia De-
sirée Digeronimo ipotizza il rea-
to di voto di scambio: alcuni de-
gli indagati avrebbero promes-
so favori in cambio dei voti.
Una pista, quest'ultima ancora
tutta da verificare, ma che si av-
vale delle collaborazioni di un
pentito del clan Striscuglio, il
principale della mafia barese,
Giacomo Valentino. Ritenuto
attendibile dagli investigatori
per altre informazioni fornite
negli ultimi mesi su alcuni casi
di lupara bianca, il collaborato-
re di giustizia avrebbe parlato
al pm Digeronimo dei contatti
con un consigliere regionale di
centrosinistra. Rapporti matu-
rati all'ombra di circoli ricreati-
vi del quartiere Libertà dove i
malavitosi vanno a giocare a
«birra»: chi perde paga da be-
re. Si parla anche di rivelazioni
del collaboratore di giustizia su
sezioni di partito aperte con i
soldi della mafia.
Il pm sospetta che partiti del
centrosinistra regionale dal
2005 a oggi abbiano favorito
determinati imprenditori affi-
ROMA — «Rispetto la
magistratura, ma mi pare
un’inchiesta azzardata. Il
rischio è di creare
polveroni». Le indagini
sulle ipotesi di
finanziamento illecito ai
partiti non convincono
Nichi Vendola, governatore
della Puglia.
Perché?
«Sono curioso di capire
come un intero
schieramento di partiti
possa essere coinvolto. Prc
e Sinistra e Libertà, per dire,
tengono comportamenti
francescani. Comunque una
cosa deve essere chiara».
Quale?
«Che è un’inchiesta che non
riguarda la giunta che
presiedo, né me
personalmente, ma i
partiti».
Ha coinvolto anche un suo
assessore, però.
«Che ora non è più mio
assessore. L’inchiesta
riguarda il sistema
corruttivo del passato: parlo
dei politici del Pdl che
giravano con i prezziari da
Asl in Asl, i festini di coca e
prostitute, le protesi
fetenti».
Lei non ha niente da
rimproverarsi?
«Ho scoperchiato tutte le
pentole del malaffare. Ma si
impara: ho scontato un
difetto di conoscenza degli
uomini in Puglia. Venivo da
20 anni di vita a Roma».
Di Pietro accusa: i corrotti
sono ovunque.
«Il garantismo vale per le
persone e ancora di più per
i partiti. Se c’è del marcio va
affrontato politicamente».
Il segretario prc Ferrero si
augura che la magistratura
faccia luce sugli eventuali
illeciti della giunta di cui,
sottolinea, non fa parte.
«Con la sua smania di
distinguersi parla di cose
che non conosce».
DAL NOSTRO INVIATO
BARI — All'inizio del
pomeriggio, alle prime
voci di un suo
coinvolgimento nelle
indagini sulla sanità
pugliese, il senatore Nicola
Latorre sorride: «È
scientificamente
impossibile che io sia
indagato».
E perché?
«Perché con la sanità
pugliese non ho nulla a
che fare. Neanche come
malato».
E quel cerotto fucsia sul
collo che le spunta dalla
camicia?
«Ecco, pure questo l'ho
comprato a Roma»
Ma secondo lei, allora,
perché il tam tam di voci
la raggiunge?
«Perché ormai quando ci
sono inchieste o si pensa a
me o a Massimo D'Alema.
O magari a tutti e due.
Forse ci sarà pure chi
pensa che ci siamo detti:
"Ecco ora avremo anche
l'ospedale"».
Nel tardo pomeriggio,
dopo le voci sulle
rivelazioni dei contatti tra
mafia e politici di
centrosinistra Latorre
però è più serio. Perché?
«Certo questo è tutto
diverso dall'inchiesta sul
povero senatore Tedesco
che va avanti da un anno e
non è arrivata a nulla di
nuovo. Se questa ipotesi
dei finanziamenti della
mafia fosse vera sarebbe
molto pesante».
Vi erano mai giunte voci
su questo al Pd?
«Io posso parlare per me.
Non ne so assolutamente
nulla. Come si dice cado
proprio dalle nuvole».
E cosa ne pensa?
«Mi sembra talmente
impossibile che me la
sento di escluderlo».
V. Pic.
Gli indagati
Nell’indagine già avviata
sull’ex assessore
Tedesco ci sarebbero
venti persone coinvolte
L’analisi
CHE C OLPISCE I D EMOCRATICI E GLI A LLEATI
SEGUE DALLA PRIMA
bilanci nelle sedi regionali pugliesi
di Pd, Socialisti, Prc, Sinistra e Liber-
tà e Lista Emiliano (quest’ultima è
espressione del sindaco di Bari). Gli
accertamenti disposti dal magistra-
to riguardano l’ipotesi di illecito fi-
nanziamento pubblico ai partiti in ri-
ferimento al periodo dal 2005 a og-
gi, comprese le ultime elezioni al Co-
mune di Bari.
Ora, premesso che chi si dice ga-
rantista dovrebbe ricordarsi di esser-
lo sempre e comunque, c’è da chie-
dersi se i pesanti attacchi di tutto il
fronte dell’opposizione nei confron-
ti del presidente del Consiglio e dei
suoi comportamenti — sicuramen-
te discutibili — non abbiano talvol-
ta voluto coprire i timori per quello
che l’inchiesta avrebbe potuto porta-
re alla luce. Che il filone parallelo,
quello delle ragazze, abbia scoper-
chiato un mondo, esigendo l’atten-
zione di magistrati e media, resta
una circostanza oggi tanto più evi-
dente. Ma è altrettanto chiaro che,
ove mai le accuse dei magistrati ai
partiti di centrosinistra dovessero ri-
velarsi fondate, la storia delle ragaz-
ze e delle loro serate a Palazzo Gra-
zioli e a Villa Certosa diventerebbe
un contrappeso inaccettabile anche
per il più ardito degli antiberlusco-
niani. Nessuna comparazione può
fornire alibi a chicchessia. Aspettan-
do le conclusioni dell’inchiesta è co-
munque un bene evitare giudizi af-
frettati. Lasciando ad Antonio Di Pie-
tro — lo ha fatto immediatamente
anche ieri — il consueto compito
giustizialista di ricordare che «i cor-
ruttori non hanno colore politico» e
che «esiste un unico grande virus
dell’illegalità e dell’interesse perso-
nale». L’ennesima mazzata ai «colle-
ghi» del Pd. Che d’altra parte, a pen-
sarci bene, un po’ se la meritano:
uniti ancora una volta solo dal col-
Al. T.
Che aveva messo fin da subito nel
mirino i partiti di centrosinistra,
che governano la Regione —presie-
duta da Nichi Vendola — e alcune
importanti città, Bari in testa. Ascol-
tato dai magistrati che si occupano
dell’inchiesta (peraltro le indagini
sono in realtà ben quattro), lo stes-
so Vendola si era detto «al di sopra
di ogni sospetto» ma, intanto aveva
azzerato la giunta regionale, ricosti-
tuendola con alcune immissioni
esterne al centrosinistra.
Ieri i carabinieri hanno acquisito i
POLO CULTURALE DEL COMPLESSO
SANT’AGOSTINO DI MODENA
AL VIA LA SELEZIONE DEL PROGETTISTA
La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha pubblicato un avviso
di preselezione per l’individuazione del progettista cui sarà affi dato
l’incarico di riqualificare il complesso immobiliare Sant’Agostino.
L’immobile di origine settecentesca, in precedenza sede dell’ospedale
civico e ora di proprietà della Fondazione, sorge nel centro storico
della città, occupando un intero isolato di circa 24 mila metri quadri.
Obiettivo del progetto è la realizzazione di un “nuovo luogo
della cultura”, nel quale dovranno trovare collocazione un polo
bibliotecario, composto dalla Biblioteca Estense e dalla Biblioteca
Civica d’Arte, un’area espositiva, il nuovo Centro per la fotografi a,
il Centro linguistico, una foresteria ed altre attività complementari.
Il progetto, per la rilevanza storica degli immobili interessati, per la
loro posizione strategica nel contesto urbano e per la dimensione
dell’intervento, si colloca tra le più importanti iniziative di recupero
edilizio realizzate a Modena.
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena,
via Emilia Centro 283, Modena - tel 059 239888 - fax 059 238966
Il testo integrale dell’avviso è scaricabile dal sito della Fondazione www.fondazione-crmo.it
D ALLA P UGLIA ARRIVA LA S COSSA
131724546.019.png 131724546.020.png 131724546.021.png 131724546.022.png 131724546.023.png
Corriere della Sera Venerdì 31 Luglio 2009
Primo Piano
3
#
La scheda
❜❜
Sono garantista come sempre e aggiungo la mia personale certezza
della più assoluta onestà del presidente Vendola
Gianfranco Rotondi
Le perquisizioni
ai partiti
Il voto di scambio
tra i reati ipotizzati
Gli altri illeciti
nel mirino
1
2
3
L’inchiesta I primi episodi nel 2002. Ma l’attività sarebbe andata avanti negli ultimi mesi
Ieri perquisizioni nelle
sedi di Pd, Prc, Sl,
Socialisti autonomisti
e Lista Emiliano per
acquisire bilanci e
documentazione sui
rapporti con le banche
Tra i reati ipotizzati
dal pm Desirée
Digeronimo c’è
formalmente per la
prima volta il reato
di voto di scambio
(art.96 Dpr 361/56)
Le ipotesi di reato per
gli indagati sarebbero
di associazione per
delinquere finalizzata
alla corruzione,
alla concussione,
al falso, alla truffa
Regali ai primari per le protesi
Nelle carte il sistema Tarantini
Dall’imprenditore auto, donne e aiuti politici
È il solito Tarantini, quel-
lo che emerge dalle carte
dell’ultimo filone di inchie-
sta sulla sanità barese. Im-
prenditore ricco e ormai fa-
moso che con regali e favori
riesce a convincere i medici
a comprare le sue protesi, a
utilizzare esclusivamente i
prodotti della sua azienda.
È accusato di averlo fatto
nel 2002, quando aveva me-
no di trent’anni, ma era già
alla guida della Tecnohospi-
tal. E di aver continuato a
farlo anche negli ultimi me-
si, offrendo auto di grossa
cilindrata al primario di neu-
rochirurgia del policlinico
del capoluogo pugliese. E
forse altri benefici che ades-
so il pubblico ministero Giu-
seppe Scelsi dovrà indivi-
duare.
Appare come un pozzo
senza fondo l’indagine che
coinvolge Gianpaolo Taran-
tini. Perché con la perquisi-
zione ordinata ieri si torna
al punto di partenza: gli ap-
palti e le commesse per
ospedali e Asl. In mezzo ci
sono centinaia di intercetta-
zioni partite agli inizi del
2008 che hanno rivelato co-
me l’imprenditore si fosse
trasformato in procacciato-
re di donne per Silvio Berlu-
sconi. Prostitute e ragazze
immagine che ingaggiava
per farle partecipare alle fe-
ste nelle residenze del pre-
mier: Palazzo Grazioli, Villa
Certosa. A volte sarebbe an-
dato ad Arcore. E poi a Corti-
na, oppure nel centro benes-
sere di Mességué in Um-
bria.
La tariffa concordata era
di 2.000 euro. Tarantini si
occupava del pagamento,
ma se l’interessata rifiutava
di rimanere per la notte il
compenso veniva dimezza-
to. Lo ha raccontato Patrizia
D’Addario, convocata come
testimone dal magistrato
quando il suo ruolo è emer-
so proprio dalle conversa-
zioni che la Guardia di Fi-
nanza aveva captato perché
aveva trascorso una notte a
palazzo Grazioli con Berlu-
sconi. Lo hanno confermato
le altre, rivelando che con al-
cune il presidente del Consi-
glio sarebbe stato più gene-
roso e avrebbe regalato bu-
ste con 10.000 euro.
L’indagine è ormai nella
fase conclusiva, intanto altri
dettagli emergono sul ruolo
di «Gianpy». Perché ci sono
le generose dosi di cocaina
che avrebbe ceduto agli ospi-
ti durante le feste organizza-
te nella sfarzosa villa che nel-
l’estate del 2008 aveva affit-
tato a Porto Cervo. E ci sono
i «regali» ai medici, che se-
condo l’accusa rappresenta-
no la merce della corruzio-
ne. Tra il 2002 e il 2004 Ta-
rantini avrebbe fornito soldi
contanti, donne, auto, ap-
poggi dei suoi amici politici
per le promozioni e addirit-
tura buoni benzina ai prima-
ri di ortopedia che facevano
acquistare le sue protesi agli
ospedali dove lavoravano.
Qualche giorno fa un nuo-
vo testimone ha rivelato agli
investigatori che il metodo
seguito dall’imprenditore è
ancora attivo. «Andate a ve-
dere con che macchina gira
il professor Ciappetta», ha
dichiarato. Pasqualino Ciap-
petta a Bari è un nome noto:
primario di neurochirurgia
al policlinico, è anche pro-
fessore universitario.
Il sistema
L’inchiesta
La Procura
di Bari indaga
sulla
Tecnohospital dei
fratelli Claudio e
Gianpaolo
Tarantini
Le cartelle cliniche
Le ipotesi
I medici
avrebbero forzato
diagnosi per
acquistare da
Tarantini
apparecchiature
mediche
da 18-30 mila
euro
Il professor Ciappetta
avrebbe falsato le cartelle
cliniche e obbligato i suoi
collaboratori a farlo
Le promozioni
L’imprenditore avrebbe
fornito anche l’ausilio
degli amici politici
per le promozioni
Gli scambi
In cambio
Tarantini avrebbe
fornito mazzette,
viaggi e auto e
offerto cene,
feste
e droga
Non c’era ieri mattina
quando i finanzieri hanno
perquisito il suo reparto e
portato via i documenti sul-
le protesi vertebrali compra-
te su sua disposizione. È in
ferie, ma dovrà tornare per
essere interrogato e spiegare
come mai, dopo aver scelto
il materiale prodotto dalla
Tecnohospital, abbia ottenu-
to almeno un’auto di grossa
cilindrata da Tarantini. L’ac-
cusa è pesantissima: Ciappet-
ta avrebbe falsato le cartelle
cliniche e obbligato anche i
suoi collaboratori a farlo per
ottenere la fornitura di prote-
si che costano tra i 18.000 e i
30.000 euro. Le verifiche pa-
trimoniali sono state avviate
per scoprire se in cambio ab-
bia ottenuto altro .
Fiorenza Sarzanini
Indagato L’imprenditore Gianpaolo Tarantini
Vincino
lante dell’antiberlusconismo, hanno
puntato tutto sugli attacchi ai com-
portamenti del presidente del Consi-
glio, senza riuscire però nel contem-
po ad accreditarsi come forza autore-
vole e morale. La mancanza di un
progetto alternativo di governo, si
accompagna a una battaglia per la
leadership nel Pd che lascia spesso
francamente sconcertati. Senza par-
lare — a proposito di morale — di
quello che potrebbe venir fuori dal
groviglio di indagini a Bari.
Antonio Macaluso
L’accusa
Nella foto grande, il governatore pugliese Nichi
Vendola con l’ex assessore alla sanità, e ora
senatore pd, Alberto Tedesco. Quest’ultimo è
tra gli indagati dalla Procura: i reati ipotizzati
sono associazione a delinquere finalizzata alla
corruzione, alla concussione, al falso, alla truffa
e all’abuso d’ufficio. Per alcuni c’è l’aggravante
mafiosa e il voto di scambio. Qui sopra, la sede
del Prc a Bari perquisita ieri dai carabinieri
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Venerdì 31 Luglio 2009 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Venerdì 31 Luglio 2009
Primo Piano
5
#
Il Sud Il governo
❜❜
Non sono negativo sul Piano per il Sud ma credo che i soldi non
devono essere sprecati
Umberto Bossi
Meridione, via a un nuovo Ente e a una banca
Oggi fiducia sul decreto anticrisi e varo dei «ritocchi». Il pressing del Quirinale
In cantiere Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
ieri pomeriggio durante la visita in Abruzzo
La Nota
di Massimo Franco
È difficile non vedere l’affanno con il quale il go-
verno tenta di neutralizzare le spinte centrifu-
ghe nel Pdl siciliano. Quattro miliardi di euro
all’isola ed una sorta di scomunica politica del presidente del Con-
siglio contro il «partito del sud» non bastano ad archiviare una
sensazione di precarietà. Per disattenzione o per sottovalutazio-
ne, in questi mesi palazzo Chigi sembra non aver capito appieno
la protesta che montava in Sicilia. Prima c’è stata la crisi della
giunta regionale alla vigilia del voto europeo , costata al Pdl molti
voti; e ora la ribellione dell’Mpa di Raffaele Lombardo contro quel-
lo che viene definito l’«asse del nord» fra la Lega ed il ministro
dell’Economia, Giulio Tremonti.
Sullo sfondo si staglia una nomenklatura locale in grado di con-
dizionare il potere nazionale. In teoria, lo sblocco dei fondi deciso
ieri da Silvio Berlusconi dovrebbe battere la tentazione di spacca-
re il Pdl in nome della «sicilianità». Ma l’allarme forse non è rien-
trato del tutto: al punto che ieri il capo del governo ha ribadito
che «non c’è spazio per nessun
partito del Sud, che va contro il
mio sogno: c’è già il Pdl».
Non solo. Nella sua residenza
romana si sono riuniti una trenti-
na di parlamentari definiti «leali-
sti»; e questo evoca la permanenza
di una fronda composta da una fa-
lange in parte berlusconiana, ed in
parte alleata del Cavaliere. Dram-
matizza i conflitti in un centrode-
stra da anni padrone politico del-
l’isola. E sta provocando il primo
vero allarme per la tenuta naziona-
le del Pdl. La rapidità con la quale il presidente del Consiglio ha
cercato di neutralizzare la possibile scissione segnala la consape-
volezza del pericolo; e la difficoltà della dirigenza siciliana «leali-
sta» ad arginarla.
Per questamediazione Berlusconi ha azionato la leva dei finan-
ziamenti nonostante le resistenze del tesoro. Non è chiaro, però,
se i quattro miliardi di euro basteranno a placare i «sudisti». E poi
possono verificarsi fenomeni di imitazione. «E calabresi, campani
e pugliesi? Per loro niente?», ironizza Pier Ferdinando Casini del-
l’Udc. Lo sfondo è così confuso e opaco da permettere ad Antonio
Di Pietro di teorizzare addirittura un «monito» della Sicilia in odo-
re di mafia ad un Berlusconi che non avrebbe mantenuto i patti.
Sono i veleni sprigionati da una vicenda segnata dalle tensioni
nel Pdl e con la Lega. Umberto Bossi dà il via libera allo stanzia-
mento deciso dal premier, ma bolla «una classe dirigente politica
del Mezzogiorno che butta via i soldi». Il suo attacco oltrepassa
quello al «partito del sud» bocciato dal premier come anticamera
della disgregazione del Popolo delle libertà. Può darsi che sia solo
schiuma polemica; che davvero la coalizione non sia mai stata
«così coesa e concorde», come ripete Berlusconi. L’affanno, però,
rimane. E soprattutto, non sembra destinato a sparire presto.
ROMA - Il Cipe di buon mat-
tino, con il via libera al piano
di investimenti della Sicilia.
Poi a seguire il Consiglio dei
ministri con il decreto bis per
correggere al volo le norme
del provvedimento anticrisi,
che sarà approvato questa sera
stessa dal Senato con un voto
di fiducia, e soprattutto la pri-
ma discussione del nuovo pia-
no decennale per il Sud, con la
riedizione della Cassa per il
Mezzogiorno, annunciato ieri
da Silvio Berlusconi. Sarà
un’ultima giornata di lavoro as-
sai impegnativa quella che at-
tende oggi il governo prima
della pausa estiva. Anche per-
ché il Consiglio dei Ministri do-
vrebbe avere una "coda" sera-
le, non appena il decreto sarà
approvato dal Senato, per vara-
re formalmente le modifiche.
Il piatto forte è il progetto
messo a punto con il ministro
dell’Economia, Giulio Tremon-
ti, con cui il premier tenterà di
calmare i fautori del partito del
Sud. Riportando tutto a una lo-
gica unitaria perché «per ren-
dere nazionale la questione me-
ridionale ci sarà, oltre alla Ban-
ca del Sud, un nuovo ente» ha
annunciato Berlusconi ieri a
L’Aquila. La nuova struttura
dovrebbe coordinare gli inve-
stimenti e le azioni di sviluppo
a favore del Mezzogiorno ab-
bandonando la frammentazio-
ne regionale, e proiettandosi
oltre il 2013, quando bisogne-
rà ridiscutere a Bruxelles gli
aiuti della Ue alle aree svantag-
giate.
Fino ad allora, ha ricor-
dato ieri Berlusconi, nel
Sud ci sono da spendere
27 miliardi, tra fondi euro-
pei e nazionali, e i primi
quattro saranno assegnati
già oggi alla Sicilia dal Ci-
pe. È il primo dei piani re-
gionali che arriva al tra-
guardo, sbloccato ieri, do-
po un braccio di ferro durato
mesi, da un incontro tra Tre-
monti e il governatore sicilia-
no, Raffaele Lombardo. Un ver-
tice «sollecitato e seguito dal
presidente Berlusconi» e «deci-
sivo per il caso Sicilia», fa sape-
re una nota del Tesoro.
Il Consiglio dei ministri si
riunirà subito dopo per risolve-
re i nodi del decreto anticrisi,
nelle stesse ore all’esame del-
l’Aula del Senato. Nel testo at-
tuale ci sono un paio di norme,
sulle quali è caduta l’attenzio-
Le nuove case
Il premier Silvio Berlusconi ieri ha visitato
i cantieri per le nuove case in Abruzzo a Bazzano
e ha annunciato un censimento dei terremotati
nei primi dieci giorni di agosto
stri inizierà nel frattempo la di-
scussione del decreto corretti-
vo, e sarà probabilmente ricon-
vocato "ad horas" per l’appro-
vazione formale, non appena
arrivato il via libera del Senato.
È l’unico modo che permet-
terebbe al Presidente della Re-
pubblica di promulgare la leg-
ge di conversione del decreto
anticrisi ed emanare conte-
stualmente il nuovo provvedi-
mento del governo. Evitando
che le norme contestate entri-
no in vigore anche per un solo
minuto. Un problema serio so-
prattutto per l’attività della
Corte dei Conti: il decreto, nel-
la versione all’esame del Sena-
to, limita notevolmente l’inizia-
tiva dei magistrati della Corte.
«Se la legge entrasse in vigore
in nove casi su dieci - dice l’As-
sociazione dei magistrati della
Corte - le azioni avviate dalla
Corte risulterebbero vanifica-
te». Con il decreto bis saranno
ripristinate anche le competen-
ze del ministero dell’Ambiente
sulle infrastrutture energeti-
che. Ci sarebbero modifiche
marginali anche allo scudo fi-
scale, ma non dovrebbe essere
modificata la tassazione delle
plusvalenze auree. Subordina-
ta al parere della Bce, che è con-
traria, la norma così com’è
non è applicabile a Bankitalia.
«Rispetteremo le norme euro-
pee, ma l’oro non è della Banca
d’Italia, ma del popolo, dei con-
tribuenti» ha detto ieri Tre-
monti.
Un governo in
affanno cerca di
arginare la
spinta verso il
partito del Sud
ne del Quirinale, che vanno
modificate. È impossibile però
farlo con un nuovo decreto fin-
ché il Senato sarà impegnato
nella loro discussione. La solu-
zione del pasticcio, del tutto
analogo a quello della Finanzia-
ria 2008 del governo Prodi,
non è semplice. Il governo pun-
terà ad ottenere il via libera del
Senato con la fiducia questa se-
ra stessa. Il Consiglio dei mini-
La battuta
E il premier scherza sullamosca: mi ha preso per Obama
MILANO — Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza
stampa a L’Aquila al termine della visita alle zone colpite dal
terremoto, ieri è stato disturbato da una mosca. L’insetto gli
ronzava intorno. Il presidente del Consiglio non si è
scomposto però più di tanto. Anzi, ha scherzato con i
giornalisti: «C’è questa mosca che mi ha preso per Obama...».
Il riferimento è al presidente Usa ( foto ) che durante
un’intervista televisiva colpì con una mano l’insetto che gli si
era posato sul braccio lasciandolo stecchito sul pavimento.
Mario Sensini
Una scelta obbligata
per sventare il rischio
della disgregazione
❜❜
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