La Stampa - 20.07.2009.pdf

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.
LA STAMPA
NA
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
LUNEDÌ 20 LUGLIO 2009
ANNO 143 N. 198
1,00
A
IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
Dopo i veleni di Riina
Le dichiarazioni 2008
Vale, le vittorie sono 101
Palermo fredda
con Borsellino
Chef con redditi
da pensionati
Cannibale Rossi
re in Germania
Poca gente all’anniversario della strage
Assenti le istituzioni, polemici i fratelli
Su tutto aleggiano le parole del boss
Dichiarano tra i 13 e i 14 mila euro
Marchesi: per capire i nostri bilanci
bisogna sapere quanto investiamo
La stella della Yamaha beffa in volata
il giovane compagno di squadra Lorenzo
«Sbaglia a credersi già più forte di me»
Abbate, La Licata, Ruotolo A PAG. 6-7
Grassia e Padovani A PAG. 20
Biondi A PAG. 41
“Voli vietati a chi ha il virus”
Londra, lo stop di British e Virgin. In Italia nessuna restrizione
LA STORIA
Pierangelo Sapegno
Superenalotto
un sogno
da 100 milioni
I l giorno che arriva è una
E UGENIA
T OGNOTTI
I Scatta l’allarme influenza
«suina» sui voli aerei: il gover-
no inglese consiglia di riman-
dare i viaggi, mentre la Virgin
e la British Airways hanno
emanato un divieto di imbar-
co per i contagiati dal virus
H1n1. Saranno effettuati con-
trolli con i termometri sulla
temperatura corporea e fer-
mati tutti i «sospetti». Per ora
nessuna restrizione in Italia,
mentre su Internet è caccia ai
farmici antivirali, come il Ta-
miflu. E a Malpensa sono rien-
trati i ragazzi italiani rimasti
bloccati a Londra.
Bagnoli e Marzolla ALLE PAG. 2 E 3
DOPO IL CAOS SUL RIENTRO A SCUOLA
Calderoli: per il governo
parli soltanto Berlusconi
sinfonia da cento milioni:
per questo domani tutta
l’Italia, dopo aver sfilato nelle
tabaccherie per giocarsi i nu-
meri del Superenalotto, aspet-
terà l’estrazione che vale un
altro montepremi record.
PESSIMA
PROVA
D ORCHESTRA
La Mattina A PAGINA 2
CONTINUA A PAGINA 19
S arebbe importan-
te - mentre la nuo-
va influenza cam-
mina a passo di ca-
rica - che il gover-
no parlasse con una sola vo-
ce e che dietro le dichiara-
zioni di vari ministri «com-
petenti» - come si dice - si in-
travedesse un piano di co-
municazione efficace e non
improvvisato, in grado di dif-
fondere, da una parte, la fi-
ducia nella risposta delle
istituzioni all’emergenza;
dall’altra, di evitare i danni
della disinformazione.
Da questo punto di vista,
non si può dire davvero che
sia incoraggiante l’esordio
nella strategia comunicati-
va, con l’ipotesi del rinvio del-
l’anno scolastico avanzata
dal viceministro alla Salute,
Ferruccio Fazio, subito cor-
retta dal ministro della Pub-
blica Istruzione Mariastella
Gelmini, seguita da un sup-
plemento di dichiarazioni del
ministro Renato Brunetta.
Certo, è ancora il mo-
mento della prova degli
strumenti dell’orchestra e i
suoni dissonanti vanno mes-
si in conto. Ma non c’è tem-
po da perdere. Noi (italiani)
speriamo sempre che ce la
caviamo, ma non possiamo
illuderci che l’influenza, «la
malattia del vento», come
era chiamata nel passato in
Asia, a causa della sua rapi-
dissima propagazione, ri-
sparmi il Belpaese.
AFGHANISTAN, IN UN VIDEO IL TERRORE DI UN MILITARE PRIGIONIERO
A Diano Marina, muore imprenditore torinese
Duesubinembolia
peraiutarel’amico
Infarto a 50 metri di profondità
Il marine ostaggio: “Voglio casa mia”
I Si è conclusa in tragedia
l’immersione di un gruppo di
amici al largo di Capo Berta,
sulla Riviera Ligure: erano,
partiti da Diano Marina. A
cinquanta metri di profondi-
tà uno di loro, Marco Gilber-
ti, ha avuto un infarto, si è
scomposto, è apparso in diffi-
coltà agli altri. I compagni di
discesa allora hanno cercato
di soccorrerlo e l’hanno por-
tato in superficie senza ri-
spettare le tappe di decom-
pressione, necessarie per evi-
tare gravi danni all’organi-
smo. Hanno rischiato la vita
per salvare un amico, sono
stati colpiti da embolia e rapi-
damente portati in camera
iperbarica: non sono gravi.
La velocità dei soccorsi ha im-
pedito che il bilancio fosse
più pesante. Gli altri sub sono
stati poi salvati dalla Guardia
costiera. Gilberti, 59 anni, è
un imprenditore di Givoletto,
un centro del Torinese.
Accossato, Tagliano e Vezzaro
ALLE PAGINE 8 E 9
IL CASO
È giallo
sul polso
del Papa
Benedetto XVI
Il soldato americano Bowe Bergdahl nel video dei taleban
Molinari e Shahzad ALLE PAG. 4 E 5
C’è chi solleva dubbi
su una rapida ripresa
«Ad Aosta utilizzata
una tecnica vecchia»
L UCIA A NNUNZIATA
LA GUERRA ASSEDIA
I SOLDATI ITALIANI
L eggerei questo episodio nella chiave delle
Galeazzi
A PAGINA 10
CONTINUA A PAGINA 27
CONTINUA A PAGINA 4
F ERRUCCIO S ANSA
I l Piave non mormora più. Gorgoglia magari, scro-
Il Piave non mormora più
scia, rimbomba lungo le condotte di metallo. O sem-
plicemente tace, ridotto a un rigagnolo largo un pa-
io di metri, spesso come un foglio di stagnola.
Fra Treviso e Conegliano Veneto l’autostrada cor-
re verso le Dolomiti, il nuovo patrimonio dell’Umani-
tà dell’Unesco. Davanti le pareti verde scuro delle
Prealpi, poi all’orizzonte le vette oltre i tremila. In
mezzo a questa pianura dove il cielo a nord ha i colori
della montagna e a sud l’azzurro disteso della Lagu-
na, si incontra un ponte: «Fiume Piave, sacro alla Pa-
tria». Un messaggio dai toni solenni. Sì, è cominciato
tutto da qui, i solchi tra le montagne, la piana. L’Italia
che fermò le truppe austriache. Ma chi si affaccia dal
viadotto rimane interdetto: dov’è il Piave? Nel perio-
do di magra di inizio agosto il fiume è ridotto a un tor-
rente. Non lo vedi, si perde nel letto di pietre bianche.
Negli anni di siccità scompare. Ma non è colpa delle
precipitazioni, il Piave di acqua ne avrebbe in abbon-
danza, oltre 3,5 miliardi di metri cubi l’anno. Il punto
sono quelle 121 centrali idroelettriche che gli prosciu-
gano gli affluenti, quei 98 metri cubi al secondo che
nei mesi secchi gli vengono prelevati per irrigare i
campi. Per non dire dei 37 punti di «attingimento»
per l’innevamento artificiale.
CONTINUA A PAGINA 16
Aumentano in tutto il mondo i casi e l’allarme per la nuova influenza. Le scorte di Tamiflu vanno a ruba su Internet
vicende interne al Libano: che Hezbollah
stia lavorando da vari mesi a un sistemati-
co riarmo, mi sembra nello stato delle cose».
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2 Primo Piano
LA STAMPA
LUNEDÌ 20 LUGLIO 2009
U
NUOVA INFLUENZA
TRA PAURA E PREVENZIONE
Anche sul web
la caccia
al Tamiflu
L’antivirale
On-line gli stock dei Paesi Bassi
I Un sito Internet vende il Tamiflu, utile per la
cura dell’influenza suina, a 16.70 euro a pastiglia.
«Non essendo disponibili scorte presso le nostre
imbarazza il governo
Calderoli: basta, per l’esecutivo parli solo Berlusconi
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
Ora nel governo dicono che i
giornali hanno provocato la
classica tempesta in un bic-
chiere d’acqua, perché le
scuole riapriranno regolar-
mente e non c’è alcun allar-
me sulla nuova influenza. Ep-
pure era stato il viceministro
della Salute Ferruccio Fazio
a dire che il virus potrebbe
svilupparsi molto velocemen-
te in Italia con il rientro dalle
vacanze. Senza escludere
l’ipotesi di un ritardo nel-
l’apertura delle classi. «È so-
lo un’ipotesi che non è allo
studio», continuano a ripete-
re fonti del ministero del
Welfare al quale fa capo la
Salute. «Non se n’è mai di-
Ritorno in aula
Scuola, le rassicurazioni di Brunetta
14
settembre
ALTO ADIGE (Bolzano)
CALABRIA - CAMPANIA
LAZIO (primo ciclo)
LIGURIA - LOMBARDIA
MOLISE
PIEMONTE
TOSCANA
TRENTINO
UMBRIA
VALLE D’AOSTA
VENETO
Tranquilli, le autorità sanitarie
sono attrezzate: queste attenzioni
servono solo per controlli e vaccini
15
settembre
Renato Brunetta
ministro della Pubblica amministrazione
LAZIO (secondo ciclo)
EMILIA-ROMAGNA
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Anche Gasparri invita
ad abbassare i toni
Il sospetto di favori
alle multinazionali
re lo strumento per campagne
mediatiche o peggio anco-
ra...».
Calderoli non spiega a cosa
si riferisce quando dice «peg-
gio ancora». Una possibile
chiave di lettura viene da Mau-
rizio Gasparri, il quale ricorda
«le avventate campagne allar-
miste per l’emergenza aviaria,
che sparì dopo l’inutile ma in-
gente spesa in vaccini». «Mi
piacerebbe sapere - ha chiesto
il capogruppo Pdl al Senato -
che fine abbiano fatto. Non
vorrei che ora si facesse il bis e
mi auguro che le autorità in-
ternazionali e nazionali diano i
giusti avvertimenti senza ali-
mentare psicosi. Scuole chiu-
se ed altri annunci intempesti-
vi non sono cose con cui scher-
zare. Calma e serietà sono indi-
spensabili».
In controluce, le parole di
Calderoli e di Gasparri fanno
balenare il sospetto che dietro
certe «campagne allarmiste e
mediatiche» si nascondano gli
interessi delle multinazionali
farmaceutiche. Se l’accusa fos-
se questa, la promozione di Fa-
zio da viceministro a ministro
della Salute sarebbe a rischio.
Rimane il fatto che ad oggi la
data della riapertura delle
scuole rimane quella fissata.
È intervenuto pure Renato
Brunetta per dire che gli istitu-
ti scolastici «riapriranno rego-
larmente» dopo la pausa esti-
va: «Tranquilli, tranquilli tran-
quilli - ha detto il il ministro
della Pubblica amministrazio-
ne - perché queste attenzioni
sono per mettere in moto un
meccanismo di controlli, pre-
venzione, vaccini. Non c’è nes-
sun pericolo se non quelli che
ci sono ogni anno su l’influen-
za di un tipo piuttosto che di
un altro. Non c’è nulla per cui
allarmarsi. Le autorità sanita-
rie sono attrezzate per rispon-
de a qualsiasi evenienza».
La risposta, appunto, sono i
vaccini ancora in fase di pro-
duzione, che cominceranno ad
essere disponibili dall’autun-
no, come conferma la direttri-
ce del reparto di Epidemiolo-
gia dell’Istituto Superiore di
Sanità, Stefania Salmaso.
«Prepariamo gli estintori, poi
decidiamo se usarli», spiega il
presidente della commissione
16
settembre
scusso», aggiungono al dica-
stero dell’Istruzione.
Mariastella Gelmini si è
infuriata quando l’altro gior-
no ha letto le parole di Fazio
e ha chiesto che venissero su-
bito rettificate. Così è stato,
ma intanto la frittata era fat-
ta. E ieri è intervenuto anche
Roberto Calderoli a criticare
Fazio. «Rispetto ad un pro-
blema serio quale è la salute
e il rischio di una possibile
pandemia, il presidente Ber-
lusconi non può consentire
che, da parte dell’esecutivo,
vi possano essere messaggi
così discordanti, come è ac-
caduto finora. Qualcuno - ha
infierito il ministro leghista -
ha bisogno di una tirata di
orecchie, perché un proble-
ma di salute non può diventa-
BASILICATA - MARCHE
17
settembre
SARDEGNA
COME SI TRASMETTE LA MALATTIA
18
settembre
Tosse o
starnuto
Il virus si
trasmette
soprattutto
tramite
goccioline
respiratorie
emesse
con tosse
o starnuti
Bacio
Anche la saliva
veicola il virus
A/H1N1,
che quindi si
può contrarre
baciandosi
o bevendo
dallo stesso
bicchiere
o bottiglia
Carne
di maiale
Il virus non si
diffonde
mangiando
carne suina,
come
erroneamente
qualcuno
aveva pensato
all’inizio
PUGLIA
21
settembre
ABRUZZO - SICILIA (da definire)
L’allarmediFazio
127090337.157.png 127090337.158.png 127090337.159.png 127090337.160.png 127090337.161.png 127090337.162.png 127090337.163.png 127090337.164.png 127090337.165.png 127090337.166.png 127090337.167.png 127090337.168.png 127090337.169.png 127090337.170.png 127090337.171.png 127090337.172.png 127090337.173.png 127090337.174.png 127090337.175.png 127090337.176.png 127090337.177.png 127090337.178.png 127090337.179.png 127090337.180.png 127090337.181.png 127090337.182.png 127090337.183.png 127090337.184.png 127090337.186.png 127090337.187.png 127090337.188.png 127090337.189.png 127090337.190.png 127090337.191.png 127090337.192.png 127090337.193.png 127090337.194.png 127090337.195.png 127090337.197.png 127090337.198.png
LUNEDÌ 20 LUGLIO 2009 Primo Piano 3
LA STAMPA
farmacie nel Regno Unito - si legge su www.euro-
clinix.it - ci siamo assicurati un approvvigionamen-
to proveniente dalle nostre farmacie nei Paesi Bas-
si». Si tratta «esattamente» dello «stesso prodotto
a marchio Roche» che «abbiamo sempre fornito
dal Regno Unito».
Il sito spiega che «esistono due tipi di farmaci (Ta-
miflu e Relenza) in grado di trattare i soggetti af-
fetti da influenza suina e sottolinea. Il governo bri-
tannico «ha iniziato a immagazzinare circa 33 mi-
lioni di dosi, dimostrando ampia fiducia negli ef-
fetti di questo farmaco».
Il Tamiflu, si legge, «serve ad attaccare il virus e agi-
sce come prevenzione per la diffusione del virus. Il
prodotto può aiutare ad alleviare i sintomi dell’in-
fluenza suina poiché è in grado di impedire che le
particelle virali vengano rilasciate nell’organismo.
Il successo tuttavia può variare da caso a caso».
il caso
MATTIA BERNARDO BAGNOLI
LONDRA
N iente vacanze
per i britannici
che accusano i
sintomi della nuo-
va influenza. Sia
British Airways che Virgin,
infatti, hanno fatto sapere di
aver dato ordine al loro staff
di rifiutare l’imbarco a chi
mostra segni evidenti della
malattia (qualche caso si è
già verificato). A rincarare la
dose il ministero della Sanità,
che ha consigliato ai sudditi
di sua Maestà di rimandare le
vacanze qualora dovessero
sentirsi poco bene: rischiano,
infatti, di essere rispediti a ca-
sa dal personale di terra delle
compagnie o di finire in qua-
rantena una volta arrivati a
destinazione.
È ciò che è accaduto a una
scolaresca in gita a Pechino: i
ragazzi fanno parte di un
gruppo di 600 studenti giunti
in Cina per uno scambio cul-
turale organizzato dal British
Council, dal governo di Lon-
dra e da altri enti culturali ci-
nesi e britannici. Quattro di
loro sono stati ricoverati in
ospedale mentre gli altri 48,
insieme ai professori, sono te-
nuti sotto osservazione in un
hotel di Pechino.
Tailandia, Cina, India ed
Egitto, inoltre, hanno installa-
to degli scanner
per il controllo
della temperatu-
ra corporea per
identificare i pas-
seggeri che han-
no la febbre. «Il
nostro personale
– ha detto un por-
tavoce di British
Airways al Sun-
day Times – è
stato addestrato
a riconoscere i sintomi della
nuova influenza. In caso di
dubbio possono rivolgersi a
un medico. E comunque, chi
mostra i sintomi non potrà
partire».
L’emergenza suina, intan-
to, continua a dilagare: il nu-
Controlli all’aeroporto di Kathmandu
Il muro di Londra
Chi ha febbre e tosse
non salirà in aereo
L’annuncio di due compagnie:
“Divieto d’imbarco ai contagiati”
La
mascherina
Indossata
da contagiati
e operatori
serve a poco,
perché
le goccioline
del virus
sono molto
piccole,
pochi micron
Sanità del Senato Antonio To-
massini, che non esclude l’au-
dizione del viceministro Fazio.
L’importante in questo mo-
mento è «tranquillizzare i cit-
tadini», precisa l’immunologo
Ferdinando Aiuti, presidente
della Commissione speciale
politiche Sanitarie del Comu-
ne di Roma: «La chiusura delle
scuole sarebbe inutile e non
servirebbe ad arrestare l’epi-
demia, né sembra una soluzio-
ne possibile in quanto dovreb-
be durare alcuni mesi. Il diffon-
dersi del virus, in Italia come
in altri paesi, sarà inarrestabi-
le e colpirà almeno 6-8 milioni
di persone, soprattutto sotto i
55 anni. Ma finora questa in-
fluenza - rassicura Aiuti - ha
avuto caratteristiche di bassa
mortalità, anche grazie alla ef-
ficacia degli antivirali e alla
scarsa virulenza del virus». In-
tanto, mentre in Gran Breta-
gna vengono chiusi i cancelli ai
passeggeri affetti dalla nuova
influenza, negli scali italiani
non ci sono restrizioni.
CONTROLLI IN ORIENTE
Con lo scanner
test della temperatura
in Cina, India e Egitto
mero delle vittime è fermo a 29
ma il virus si diffonde. L’Nhs, il
servizio sanitario nazionale bri-
tannico, ha aggiornato i consi-
gli per prevenire l’epidemia,
con particolare riferimento a
gruppi a rischio, ovvero anzia-
ni, bambini sotto i 5 anni e don-
ne incinte. L’Nhs è intervenuto
cercando di ab-
bassare i toni
dopo che il Na-
tional Childbir-
th Trust, il
maggiore orga-
nismo britanni-
co di assisten-
za per gestanti
e neonati, ha
consigliato di
rimandare la
gravidanza fi-
no al superamento dell’allar-
me. «Suggeriamo a tutti di pia-
nificare sempre con attenzione
una gravidanza – ha detto un
portavoce del ministero della
Sanità – ma non incoraggiamo
di certo a rimandare il concepi-
mento. Le donne in gravidanza
sono più vulnerabili a qualsiasi
tipo d’influenza». Anche il di-
rettore del Royal College of Ge-
neral Practitioners, il profes-
sor Steve Field, si è unito al co-
ro delle critiche: «Devo dissen-
tire dal National Childbirth
Trust - ha dichiarato all’Obser-
ver -. Sebbene corretto, un si-
mile consiglio è completamen-
te sproporzionato e diffonde
panico e isteria. E poi la pande-
mia durerà per due-tre anni».
Intanto fervono i preparati-
vi per lo scoppio dell’epidemia,
previsto per l’autunno. Il gover-
no ha garantito «l’immunità»
legale alle aziende che lavora-
no alla produzione del vaccino
per metterle al sicuro da ricor-
si legali in caso di effetti collate-
rali – il tempo per i test è limita-
to – e nelle città stanno sorgen-
do centri di distribuzione di far-
maci anti-virali per deconge-
stionare gli ospedali. La linea
dell’Nhs, la settimana scorsa
ha ricevuto 93mila chiamate al
giorno: prima dell’arrivo della
suina erano 7mila.
British
Airways
Fondata nel ‘35,
è la principale
compagnia
aerea inglese
Il
vaccino
L’obiettivo
del governo
è vaccinare
il 40% della
popolazione:
8,6 milioni di
persone,
quelle
più a rischio,
entro l’anno
GRUPPI A RISCHIO
Polemica nel Paese
sul consiglio
di evitare gravidanze
Virgin
Fondata dal
miliardario
britannico
Richard
Branson
Milano, l’ira dei genitori: “Non sono untori”
zi sono stati trattati per i sinto-
mi di una sindrome simil-in-
fluenzale, ma non è stato fatto
alcun accertamento specifico
per il virus dell’influenza A».
Secondo Germani, agli stu-
denti sono stati somministrati
a Londra farmaci antivirali e
sono arrivati in Italia senza più
alcun sintomo. Nonostante que-
sto, nessuno di loro ha voluto in-
contrare i giornalisti in attesa.
Il personale dello scalo di Mal-
pensa ha messo a loro disposi-
zione un autobus che li ha por-
tati in un parcheggio poco di-
stante dove hanno potuto ab-
bracciare i loro genitori».
A bordo del volo EasyJet
c’erano anche molti ragazzi
provenienti da altre città d’Ita-
lia che non sapevano chi fosse-
ro i loro compagni di viaggio.
«Non sapevo che avessero l’in-
fluenza A, oddio! Adesso voglio
farmi controllare - dice Lorai-
ne, 17 anni -. Li ho visti e mi
sembrava che stessero bene.
Certo, adesso a pensarci un pa-
io li ho sentiti tossire». [R. CRI.]
Rientrati a Malpensa
i ragazzi colpiti
«Lo racconteremo
ai nostri nipoti»
nifestato a Londra sintomi simi-
li a quelli dell’influenza A. E
adesso è polemica sul caos che
s’è scatenato in Italia e nel re-
sto d’Europa negli ultimi gior-
ni. Il preside della scuola di Pe-
schiera Borromeo non ha usa-
to mezzi termini: «Non sono un-
tori, sono ragazzi come gli altri
- ha detto Giuseppe Facciorus-
so - i maggiori problemi li ab-
biamo avuti dagli organi di in-
formazione, qualcuno non ha
fatto il suo dovere: un giornale
ha parlato addirittura di qua-
rantena per i ragazzi a Londra,
ma non è vero».
Il preside ha elogiato i due
docenti che hanno accompa-
gnato i ragazzi nel viaggio in
Gran Bretagna, definendoli
«due persone splendide». Gli
studenti, ha aggiunto, «rac-
conteranno questa esperienza
ai loro nipoti». Durissimi an-
Il rientro
Sono atterrati
a Malpensa
ieri sera alle 21
i ragazzi delle
due scuole che
si trovavano
a Londra e
tra i quali
si sarebbero
verificati casi
di influenza A
MILANO
Sono atterrati a Malpensa po-
co prima delle 21 con un volo
proveniente da Londra i ragaz-
zi delle due scuole milanesi tra i
quali si sarebbero verificati nu-
merosi casi di nuova influenza.
Gli studenti dell’istituto Fabri-
zio De Andrè di Peschiera Bor-
romeo, circa 25, non sono usciti
dalla porta degli arrivi interna-
zionali, ma sono stati invece fat-
ti salire su un pullman messo a
disposizione dal Comune.
Tra loro circa 19 hanno ma-
che i commenti dei genitori:
«Abbiamo vissuto giornate
d’angoscia, in un’altalena di in-
formazioni contraddittorie.
Non sapevamo a chi dare ret-
ta. Il clima di incertezza ci ha
sfiancati, anche se nelle telefo-
nate con i nostri figlia abbia-
mo sempre percepito una
grande tranquillità».
Del resto, i 19 casi di influen-
za da virus A/H1N1 che si sa-
rebbero verificati a Londra tra
gli studenti della scuola di Pe-
schiera Borromeo non sono an-
cora confermati. È l’opinione di
Alberto Germani, dirigente del-
la sanità marittima e aerea che
a Malpensa ha accolto il grup-
po di giovani tornato stasera
dalla Gran Bretagna. «Non pos-
siamo parlare di casi conferma-
ti di influenza A - ha detto il me-
dico - in Gran Bretagna i ragaz-
Il governo:
«Rimandate
i viaggi»
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4 Primo Piano
LA STAMPA
LUNEDÌ 20 LUGLIO 2009
U
AFGHANISTAN
LA GUERRA AL TERRORE
MANI TESE
E INCUBO
ESCALATION
«La tensione salirà ancora
Aspettiamoci nuovi attacchi»
Franco Frattini
Ministro degli Esteri italiano
LA SUPPLICA
DALLA
PRIGIONIA
Per favore, cittadini Usa
riportateci a casa
Non fateci perdere qui
il nostro tempo
e le nostre vite preziose
Portateci a casa
Il popolo americano
ha questo potere
Voi che avete qui
in questo Paese
i vostri cari e sapete
che cosa significa sentire
la loro mancanza
potete spingere
il Governo a farli
restare a casa più a lungo
Videodisperato
“Vogliocasamia”
Rapito dai jihadisti 18 giorni fa: ho paura
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Tunica grigia, completamente
rapato e con una barba «alla
taleban» che inizia a crescer-
gli attorno al volto. Così gli
americani hanno visto in tv il
soldato Bowe Bergdahl, 23 an-
ni, dell’Idaho, catturato dai
guerriglieri islamici in Afgha-
nistan il 2 luglio nella provin-
cia orientale di Paktika e da al-
lora scomparso nel nulla. Nel-
le ultime due settimane il Pen-
tagono ha condotto una mas-
siccia operazione di ricerca -
lanciando migliaia di volantini
sui villaggi vicino alla località
dove era scomparso assieme a
tre militari afghani - ma l’esito
è stato vano perché, secondo
fonti afghane, il comandante
taleban Maulvi Sangin, sareb-
be riuscito a spostarlo in una
località di Ghazni dopo aver ri-
nunciato a trasferirlo in Paki-
stan. «Sono 15 giorni che lo
cerchiamo senza esito» ha am-
preziose che potremmo adope-
rare in patria. Portateci a casa.
E’ il popolo americano che ha ta-
le potere». Come dire, tocca ai
parenti dei soldati al fronte dare
vita ad un movimento per il riti-
ro delle truppe. Il soldato rapito
ripeteva con evidenza un testo
suggerito dai sequestratori ma
è apparso comunque in buone
condizioni di salute, mangiando
anche da una ciotola. In un’altra
parte del filmano, che in tutto
dura circa 30 minuti ed è costi-
tuto da frammenti ripresi in mo-
menti diversi, Bergdahl ammet-
te di «avere paura di non poter
tornare a casa», si dice «inner-
vosito dall’essere in prigionia»,
«interessato ad approfondire
l’Islam» e parla, tradendo attimi
di emozione, della fidanzata, dei
nonni e della famiglia «che mi
manca ogni singolo giorno».
Finora i gruppi islamici ave-
vano diffuso simili video di
ostaggi americani rapiti dal-
l’Iraq ma questa è la prima volta
che ciò si ripete con un soldato
in Aghanistan. Se è vero che i vi-
deo iracheni, spesso firmati da
Al Qaeda, erano più violenti il
messaggio affidato al prigionie-
ro conteneva comunque sempre
l’appello al ritiro delle truppe
che ora Bergdahl recapita al
presidente Obama.
La reazione dell’amministra-
zione Usa è arrivata con un co-
municato del Pentagono che ha
denunciato la «violazione delle
leggi internazionali» che impedi-
scono di mostrare immagini di
prigionieri di guerra, prenden-
do comunque atto delle «buone
condizioni» del soldato. Fonti
militari a Kabul e Washington
negano di essere a conoscenza
di richieste specifiche da parte
dei rapitori e ciò lascia intende-
re che i taleban vogliano usare il
soldato come arma politica con-
tro Washington.
Ieri intanto nella maggiore
base Nato nel Sud dell’Afghani-
stan, nei pressi di Kandahar, è
caduto un elicottero civile russo
causando la morte di tutte le 16
persone a bordo. Sebbene non
vi siano indicazioni che sia stato
abbattuto i ripetuti incidenti de-
gli ultimi giorni a elicotteri ed
aerei in Afghanistan sollevano
dubbi sulla possibilità che i tale-
ban siano entrati in possesso di
armi più sofisticate.
Il filmato
Rasato e vestito
come un islamico
nuove crisi in arrivo
Cade un elicottero
dell’Isaf a Kandahar
Morti tutti i sedici
civili a bordo
messo il generale afghano
Asrar Ahmad Kahn, coman-
dante delle truppe nel Sud-Est
del Paese.
La diffusione del video in
coincidenza con l’offensiva dei
4000 marines nell’Helmand
appare mirata ad aprire un
fronte interno per l’ammini-
strazione Obama, spingendo
l’opinione pubblica americana
a mobilitarsi contro la guerra.
Tantopiù che Bergdahl fa par-
te proprio dei primi rinforzi
mandati da Obama in Afghani-
stan, giunti in febbraio.
Nel video, trasmesso con
un logo dei taleban, il soldato
Bergdahl si rivolge agli ameri-
cani dicendo: «Cari concittadi-
ni che avete qui dei vostri cari,
voi che sapete cosa significa
sentire la loro mancanza, voi
avete il potere di spingere il no-
stro governo a farli tardare a
casa». E ancora: «Per favore,
per favore, portateci a casa co-
sì da poter tornare nelle no-
stre case e non qui, perdendo
il nostro tempo e le nostre vite
Analisi
LUCIA ANNUNZIATA
Forse è il caso di comincia-
re a richiedersi cosa succede
alle nostre missioni. Dall’Af-
ghanistan al Libano. Sono tan-
ti i segnali che gli Italiani cor-
rono il rischio di essere presi
in mezzo da guerre mai di-
chiarate.
La presenza italiana in Li-
bano è forse la più rilevante
per il nostro Paese. L’Unifil,
con oltre 12 mila uomini, di
cui 2100 italiani, è sotto il co-
mando del generale italiano
Claudio Graziano, uomo una-
nimemente stimato. La mis-
sione Onu (Unifil) riorganizza-
ta nel 2006, alla fine della
guerra fra Hezbollah e Israe-
le, per garantire la smilitariz-
zazione della fascia fra Liba-
no e Israele, al Nord e al Sud
del fiume Litani, ha come
compito essenziale il disarmo
della zona, dunque delle mili-
zie di Hezbollah.
In questo senso, l’inciden-
te più recente è significativo.
Il 14 luglio è esploso acciden-
talmente un deposito di armi
e munizioni proprio di Hezbol-
lah, ospitato in un edificio ab-
bandonato a pochi chilometri
dal quartier generale degli ita-
liani. E’ stata aperta una in-
chiesta su queste armi «irre-
golari», ma una volta arrivate
sul posto le forze Unifil sono
state accolte da qualche centi-
naio di civili, che le ha blocca-
te a colpi di pietre. Un muro
umano che ha circondato i
mezzi militari, isolandone uno
che per ripiegare ha dovuto
persino sparare colpi in aria.
Immagine vecchia come lo
stesso Medioriente, civili, don-
ne, bambini, armati solo di
pietre, contro dei soldati. Una
situazione non pericolosa,
obiettivamente «umiliante».
Eppure non isolata. Come
in Afghanistan, anche in Liba-
no le acque si stanno intorbi-
dendo. Negli ultimi sei mesi
ci sono stati diversi momenti
di tensione tra i caschi blu e i
miliziani sciiti, di cui l’ultimo
il mese scorso, quando gli
Hezbollah hanno fatto ripie-
gare una pattuglia dell’Unifil
che aveva appena scoperto
A rischio
le missioni
italiane
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
un camion carico di armi e
munizioni. Le tensioni preoc-
cupano Gerusalemme, che,
secondo il quotidiano liberal
Haaretz, teme che il generale
Graziano e l’Onu nascondano
deliberatamente informazio-
ni sul rafforzamento militare
della milizia sciita, per timo-
re delle reazioni proprio di
Israele.
A difesa della missione, in
verità, c’è proprio la cautela
con cui il Graziano si muove.
Ma, come sostiene l’ufficiale
prima citato, sono le condizio-
ni libanesi ad essere cambia-
te. C’è di nuovo una crisi pro-
te sfere delle Forze
Armate Italiane, lo
scontro - il primo in tre an-
ni - che qualche giorno fa ha
opposto i Caschi Blu in Li-
bano alla popolazione civi-
le. Fra i militari non sem-
bra ci sia spazio per versio-
ni di comodo: dire infatti
che Hezbollah è in riarmo,
vuole semplicemente dire
che la nostra missione in Li-
bano è entrata in una fase
di difficoltà seria.
delsoldatoUsa
Da Beirut a Kabul
C osì si valuta, nelle al-
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LUNEDÌ 20 LUGLIO 2009 Primo Piano 5
LA STAMPA
«Accoglieremo i taleban
che rifiutano Al Qaeda»
Hillary Clinton
Segretario di Stato Usa
«Le presidenziali di agosto
siano un test di democrazia»
Ruhakana Rugunda, ambasciatore ugandese
Presidente temporaneo del Consiglio di sicurezza Onu
«Entro fine anno invieremo
più truppe del previsto»
Robert Gates
Segretario alla Difesa americano
Waziristan
Strade
TURKMENISTAN
TAGIKISTAN
Bastioni di Al Qaeda
VALICHI
•Khyber Pass
•Peywar Pass
•Khojak
Pass
Mazar-i-Sharif
Chitral
Filiere talebano-
baluci-pachistane
rifornimenti
e trasporto droga
Afghanistan
ghanist
nist n
ghan
KABUL
Jalalabad
Herat
Roccaforti storiche
dei taleban
ISLAMABAD
URUZGAN
Principali madrasse
e centri
di indottrinamento
pachistani
FARAH
PAKTIKA
Jamaat-
e-Islami
Bacino di reclutamento
Kandahar
HELMAND
Quetta
Pakistan
Principali aree
di coltivazione di oppio
Partners-LA STAMPA
La trappola dei taleban
Evitano il confronto coi marine e puntano sulle bombe stradali
Retroscena
SYED SALEEM SHAHZAD
KARACHI
Le rivelazioni
del comandante
Abdul Jabbar
pe Nato», aggiunge il comandante
che ricorda come già nel 2003-4 i ta-
leban avevano fatto ricorso a bombe
telecomandate, ma all’epoca la stra-
tegia fallì perché la Nato usava degli
«jammers» per disturbare il segna-
le. Ora i taleban hanno inventato cir-
cuiti che permettono di bloccare i
«jammers», e non devono più affron-
tare il nemico faccia a faccia. «La po-
polazione ci informa dei movimenti
della Nato e noi semplicemente piaz-
ziamo le bombe telecomandate che
li gettano nello scompiglio. Ogni tan-
to lanciamo anche imboscate, pure
quelle coordinate dai locali». Un
gruppo di guerriglieri attacca un
obiettivo mentre gli altri si nascon-
dono nelle montagne con armi antia-
eree per affrontare gli elicotteri. Do-
po un attacco, la gente aiuta i tale-
tera» guidata dai britannici,
e l’operazione «River Liber-
ty» condotta dai marines Usa, due
offensive separate nella provincia
meridionale ribelle dell’Helmand, so-
no invece inestricabilmente legate e
fanno parte della strategia del nuo-
vo comandante della Nato Stanley
McCrystal per sconfiggere i taleban
nella loro patria spirituale, e trasfor-
mare le imminenti elezioni in Afgha-
nistan in un successo. Ma i taleban,
che di fatto governavano la provin-
cia, hanno già ribaltato la loro stra-
tegia bellica, tornando alle tecniche
del 2003-4, quando invece di affron-
tare direttamente gli eserciti occi-
dentali ricorrevano a ordigni teleco-
mandati e bombe improvvisate. Co-
me risultato, le forze Nato nell’Hel-
mand non hanno trovato i combat-
tenti nemici, ma cadono spesso nella
trappola esplosive dei taleban.
La morte di 15 soldati britannici
nell’Helmand in appena due settima-
ne - la maggioranza uccisi da ordi-
gni piazzati sul ciglio delle strade -
ha riacceso il dibattito sulla guerra
in Gran Bretagna. A parte la presen-
za britannica, le truppe Usa hanno
recentemente dispiegato nell’Hel-
mand 4 mila marines affiancati da
650 soldati afghani
e supportati dal-
l’aviazione della Na-
to. Quasi un’inva-
sione, ma la reazio-
ne dei taleban ini-
zialmente è stata il
silenzio assoluto.
Quando però le
truppe si sono spar-
se per il territorio, i
taleban hanno al-
l’improvviso im-
presso un’escalation alla loro attivi-
tà bellica, lanciando più di dieci at-
tacchi al giorno.
«Se le forze della Nato vogliono
ottenere il successo, devono elimina-
re ogni abitante dell’Helmand. Non
prio degli sciiti. La sconfitta
inattesa della coalizione gui-
data da Hezbollah alle elezio-
ni del 2007 ha infatti mostra-
to i limiti della supposta popo-
larità dell’organizzzazione.
Da allora la coalizione si è
spaccata. Le altre componen-
ti, gli sciiti di Amal, e i cristia-
ni del generale Aoun cercano
ora di rientrare nel gioco poli-
tico nazionale. Hezbollah ha
risposto alla crisi impegnan-
dosi a ricostruire la propria
forza e la propria identità. La
tattica è quella di nuovi villag-
gi dentro cui crescono basi ar-
mate - come quello che gli ita-
liani sono andati a controllare
- e lo sviluppo di traffico di ar-
mi. I luoghi sono proprio il
Sud del Litani, il settore più
vicino al confine con Israele, e
il Nord del Litani, dove passa
la strada per la valle del
Bekaa, quartier generale sto-
rico di Hezbollah.
E’ proprio l’area in cui vive
e vigila l’Unifil, e i caschi blu
Italiani. Che la missione Onu
rischi di essere presa dentro
la crisi dei giochi libanesi e
dentro una crisi di Hezbollah,
è un rischio vero. Tanto più in
un momento in cui l’esplosio-
ne sociale del grande alleato
Iran, espone le milizie a una
grande incertezza. Dal Liba-
no all’Afghanistan, dunque,
anche contro la volontà degli
stati maggiori, le nostre mis-
sioni stanno cambiando, per-
ché a cambiare sono le condi-
zioni in cui si svolgono.
UNA RETE CAPILLARE
I locali segnalano le mosse
delle truppe occidentali e
poi nascondono i guerriglieri
GLI INVASORI IMPOTENTI
«Per distinguere tra ribelli
e civili l’unico modo per voi
è ammazzarci tutti quanti»
Combattenti taleban in una località imprecisata dell’Afghanistan
ban a dissolversi nelle città e nei vil-
laggi, racconta Jabbar.
Ma tutta questa attività è co-
stretta ad attingere dalle proprie li-
mitate risorse. Le operazioni con-
giunte della Nato e delle forze di si-
curezza pachistane hanno danneg-
giato seriamente la rete talebana. Di
conseguenza, i guerriglieri non sono
stati in grado di lanciare l’offensiva
primaverile, e gli attacchi di questi
giorni avrebbero dovuto venire com-
piuti già mesi fa. Negli anni scorsi i
gruppi afghani erano stati aiutati
dal pachistano Tehrik-e-Taliban di
Baitullah Mehsud dal Sud Waziri-
stan, che inviava soprattutto nel-
l’Helmand fino a 250 cellule combat-
tenti, 2500-3000 uomini. Ma que-
st’anno non ci è riuscito perché sot-
to assedio e sotto tiro contempora-
neamente dei droni assassini della
Cia nel cielo e delle forze pachistane
sul terreno. E il cuore degli insorti è
nell’Helmand. Ma il comandante Ab-
dul Jabbar sostiene che la Nato ha
già perso la sua occasione e i tale-
ban, sotto il comando del mullah
Omar, si sono riorganizzati ed estesi
ad altre province afghane. «Vedrete
le conseguenze l’anno prossimo, in
tutto il Paese», ha promesso.
hanno altro modo per distinguere
un comune civile da un talebano»,
commenta Abdul Jabbar, una volta
leggendario comandante jihadista
di origini pachistane, e oggi uno dei
comandanti talebani dell’Helmand.
Parlando per telefo-
no, da una località
sconosciuta, Jab-
bar ha detto: «Nel
momento in cui en-
trate nell’Helmand,
tutti avranno la bar-
ba lunga e il turban-
te nero, il marchio
distintivo dei tale-
ban». Secondo il co-
mandante, gli ame-
ricani possono lan-
ciare tutte le operazioni di terra che
vogliono, ma non saranno mai in gra-
do di distinguere i combattenti dai
locali. «Peraltro, un sostegno senza
precedenti dalle masse locali ci per-
mette di anticipare sempre le trup-
Uccisi due civili
Non si fermano all’alt
Colpiti dai tedeschi
L’Unifil
Un militare
italiano
pattuglia nel
Sud del Libano
con la
bandiera delle
Nazioni Unite
La missione
Unifil avviata
nel 2006 dopo
la guerra tra
Libano e
Israele è una
delle più
importanti
per gli italiani
EVITARE LO SCONTRO
La massiccia offensiva
di britannici e americani
non ha trovato il nemico
I Nel Nord dell’Afghani-
stan i soldati tedeschi hanno
ucciso due civili sparando con-
tro un camioncino che, con
sei persone a bordo, si stava
avvicinando ad alta velocità
ad una postazione della fante-
ria di Berlino. I soldati dappri-
ma avrebbero sparato colpi
di avvertimento ma, dato che
l’autista ha continuato la pro-
pria corsa, hanno poi mirato
al mezzo per fermarlo. Secon-
do le Forze armate tedesche i
militari hanno agito seguen-
do correttamente le regole di
ingaggio.
ORDIGNI INSIDIOSI
I ribelli hanno imparato
a eludere le contromisure
elettroniche della Nato
Afghani
L’ operazione «Artiglio di pan-
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Zgłoś jeśli naruszono regulamin