Servitore dei due padroni.pdf

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INTRODUZIONE
“I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di
essermi servito, furono il Mondo e il Teatro...
Carlo Goldoni
Quando Il servitore di due padroni appare per la
prima volta sulla scena italiana siamo nel 1746, Goldoni la
scrive l’anno prima sotto espressa richiesta di Antonio
Sacchi (famoso Truffaldino della Commedia dell’Arte ed
attore molto amato da Goldoni stesso), il quale per
invogliarlo nella scrittura gli invia addirittura un soggetto. 1
E’ da ricordare che il Goldoni in questo periodo si dà
all’avvocatura ed “abbandona” il mondo dell’arte, quando
appunto a Pisa viene raggiunto dalla lettera di Sacchi:
“Nel bel mezzo dei miei lavori e delle mie occupazioni una
lettera da Venezia viene a distrarmi, e mi mette in agitazione tutto il
sangue e tutti i sentimenti: era una lettera di Sacchi. Questo attore era
1 Soggetto desunto dallo scenario intitolato Arlequin valet de deux maìtres , recitato
nel ‘700 dal capocomico Luigi Riccoboni a Parigi e raccolto nel suo Nouveau
1
appena tornato in Italia; mi sapeva a Pisa, mi chiedeva una commedia,
e mi mandava addirittura un soggetto, sul quale mi si lasciava libero di
lavorare secondo la mia fantasia.
Che tentazione per me! Sacchi era un eccellente attore, e la
commedia era stata un tempo la mia passione; sentii rinascere dentro
di me l’antico fuoco, l’identico entusiasmo; il soggetto che mi si
proponeva era Il servitore di due padroni ; e io vedevo bene qual
partito avrei potuto fare dell’argomento della commedia, e dell’attore
principale che avrebbe dovuto recitarla; morivo dalla voglia di
provarmici ancora… Non sapevo come fare… I processi, i clienti che
venivano in folla… Ma il mio povero Sacchi… Ma Il servitore di due
padroni … Su, ancora per questa volta… Ma no… Ma sì… Insomma:
scrivo, rispondo, m’impegno.” 2
Nel 1746 Antonio Sacchi Truffaldino la rappresenta,
forse a Milano, nella prima sua edizione, in parte scritta e in
parte a soggetto.
Fu un successo dovuto all’ingegnosità dell’intreccio,
alle battute scritte nei dialoghi, ma soprattutto alla bravura
Théatre Italien , in AA.VV. Il lavoro teatrale del Piccolo , 1947-1955, Milano, Ed.
Piccolo Teatro, 1955.
2 Carlo Goldoni, Memorie, trad. it. a cura di E. Levi, Torino, Einaudi, 1967, I, 49 pp.
220-221
2
di Sacchi con la sua recitazione all’improvviso ed i suoi
lazzi .
Nel 1753 Goldoni riscrive la commedia per intero,
cioè stendendo anche quelle parti a soggetto che nella prima
edizione erano lasciate alla libertà dei lazzi di
Truffaldino/Sacchi, questo accade perché, come lui stesso ci
dice:
“[…] L’ho poi veduta in altre Parti da altri Comici
rappresentare, e per mancanza forse non di merito ma di quelle notizie
che dallo Scenario soltanto aver non poteano, parmi che ella
decadesse moltissimo dal primo aspetto. Mi sono per questa ragione
indotto a scriverla tutta, non già per obbligare quelli che sosterranno il
carattere del Truffaldino a dir per l’appunto le parole mie, quando di
meglio ne sappian dire, ma dichiarare la mia intenzione e per una
strada assai dritta condurli al fine. […] Prego però que’ tali, che la
Parte del Truffaldino rappresenteranno, qualunque volta aggiungere
del suo vi volessero, astenersi dalle parole sconce, da’ lazzi sporchi;
3
sicuri che di tal cosa ridono soltanto quelli della vil plebe, e se ne
offendono le gentili persone. […]” 3
Il servitore di due padroni si pone come capitolo a sé
stante nell’opera di Goldoni, non rientra nella “riforma” da
lui operata; si può porre tra questa e la Commedia dell’Arte.
E’ l’unica commedia scritta da non-professionista,
priva di intenti moraleggianti, non vi è la lotta tra i bene e il
male, non vi sono personaggi antipatici ed alla fine ogni
equivoco si risolve per il meglio.
Un testo che rimane molto vicino agli scenari tipici
della Commedia dell’Arte ma purgato e spogliato dai
primordiali significati popolari.
Goldoni la priva delle oscenità, delle volgarità tipiche
della recitazione all’ improvviso 4 .
3 Carlo Goldoni “ L’Autore a chi legge ” in Tutte le opere, a cura di G. Ortolani, vol.
I, Milano, Ed. Mondadori, 1935.
4 Sulla dibattuta questione maschere e riforma in Goldoni si vedano i numerosi studi
critici ed in particolare:
B. Anglani, Goldoni: il mercato, la scena, l’utopia, Napoli, Liguori, 1983;
G. Nicastro, Goldoni e il teatro nel secondo settecento, Roma, Bari Laterza, 1979;
N. Mangini, La fortuna di Carlo Goldoni e altri saggi goldoniani, Firenze, le
Monnier, 1965.
Ma illuminante anche l’opera Il teatro comico di Carlo Goldoni, in Tutte le opere, a
cura di G. Ortolani, Milano, Ed. Mondadori, 1935, opera vista dalla critica come
manifesto della Rifoma.
4
Quello de Il servitore di due padroni è il mondo di un
Arlecchino naïf , ingenuo, buffo ed i suoi compagni non gli
sono da meno; e’ un mondo di colori, di allegria ed è forse
in questa sua mancanza di significati “altri”, nel suo essere
teatro tout-court che va ricercata la fortuna di questo testo
che da quasi tre secoli calca le scene di tutto il mondo.
La storia scenica de Il servitore di due padroni è
vastissima, ci sono trasposizioni dialettali tali da fare entrare
il testo (che poco ha dell’originale) nei repertori di vari
teatri regionali. 5
Ancora più vasta è la fortuna all’estero, in particolar
modo in Germania ed in Francia, ma la sua presenza è viva
anche in Inghilterra e in Russia.
In questi paesi non si sa se l’utilizzo del testo sia più
dovuto alla vasta notorietà dell’Autore o, piuttosto, ai vecchi
5 Nel 1793 al San Carlino di Napoli si tenne Pulcinella servitore di due padroni,
interpretato da Vincenzo Cammarano ; a Genova Arlecchino diventa Scio Reginna
interpretato da Domenico Garelli; a Milano, nell’800, una trasposizione milanese lo
fa diventare Meneghino recitato dal Montecalvo; tra le marionette protagoniste del
testo c’è Gianduja in Piemonte e Stenterello a Firenze. Il testo goldoniano fu inoltre
interpretato nell’800 da Giuseppe Pellandi, che fu il primo, forse, ad indossare la
maschera con il nome di Arlecchino, ancora tra i più famosi Arlecchino dell’800
citiamo Antonio Papadopoli, Giovanni e Claudio Leigheb. Introduzione di Luigi
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