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Fascicolo
U
NIVERSITÉ ER TRANIERI I ERUGIA
D P
Livello C1
CELI4
CERTIFICATO DI CONOSCENZA DELLA
LINGUA ITALIANA
Sessione di Giugno 2005
PARTE A
Prova di Comprensione della Lettura
PARTE B
Prova di Produzione di Testi Scritti
TEMPO: 2 ORE E 45 MINUTI
ATTENZIONE: MOLTO IMPORTANTE
Seguire esattamente le istruzioni.
Scrivere in modo chiaro e leggibile con la matita
nel Foglio delle Risposte.
P S
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 - giugno 2005
PARTE A PROVA DI COMPRENSIONE DELLA LETTURA
A.1 Leggere i due testi. Indicare nel Foglio delle Risposte , vicino ad ogni numero da 1 a 10, la
lettera A, B, C o D corrispondente alla risposta scelta.
A.1
1  Testo
Esempio di risposta : 0
A
B C
D
1  testo
Napoli e il suo simbolo
DA BRIGIDA A CARUSO, GALEOTTO FU IL CAFFç
Tra i ÆmitiÇ napoletani, al primo posto cÓ sicuramente il caff. Come disse un turista, impressionato
dalla quantit di bar e luoghi qualsiasi in cui la famosa ÐtazzulellaÑ viene offerta in ogni momento della
giornata, Ænel sangue dei napoletani deve esserci pi caffeina che globuli rossiÇ. Per i napoletani, bere
caff in tutte le ore del giorno un bisogno fisiologico: come lÓaria, come il respiro. Il caff, scriveva
Domenico Rea, una delle poche delizie, insieme con il pane, concesse ai poveri. Se un napoletano si
sente male, la prima cosa che si pensa di dargli una tazza di caff. Alcuni medici, fra gli altri
corroboranti, prescrivevano una, due, tre tazze di caff prima o dopo i pasti.
Le cassiere dei bar, con la loro avvenenza, potevano fare la fortuna di un locale. La bocca disegnata a
cuore, i capelli vaporosi, le unghie laccate e, soprattutto, generose scollature che lasciavano
intravedere turgide delizie, attiravano clienti a frotte. Una cassiera passata alla storia fu la famosa
Brigida, protagonista dellÓomonima canzone. Lavorava al ÆCaff PortoricoÇ, in via Sanfelice. A quanto
pare, aveva modi bruschi per difendersi dagli importuni, ma in realt era come una tazza di caff,
amara in superficie e zuccherata in fondo. Con un poÓ di pazienza, girando e voltando, il tenace
spasimante riusciva a farsi arrivare lo zucchero alle labbra.
Un caff galeotto fu quello di Enrico Caruso. Erano i primi anni del Ò900. Caruso abitava a New York,
dove mandava in visibilio le platee del teatro Metropolitan. Una sera andarono a fargli visita degli amici
appena arrivati da Napoli: insieme allÓimmancabile caff in polvere, gli avevano portato anche una
damigiana di acqua del Serino, leggerissima, indispensabile per lÓottima riuscita della bevanda. Mentre
la caffettiera cominciava a gorgogliare, Caruso si accorse di essere rimasto senza cucchiaini. Che
fare? Come se abitasse ancora nella vecchia casa paterna di via Sangiovanniello e non in un lussuoso
appartamento in piena New York, Enrico Caruso fece quello che farebbe ogni napoletano nella stessa
situazione: buss alla porta della signora a fianco. A Napoli, la Æsignora a fiancoÇ era unÓistituzione.
Quando in casa mancava qualcosa, si bussava alla vicina di pianerottolo sicuri di trovare tutto
lÓoccorrente, una cortesia da ricambiare alla prima occasione. Cos, il grande tenore buss alla porta
della vicina di casa. Gli apr una signorina americana, Dorothy Benjamin. Era una sua ammiratrice,
lÓaveva sentito nel Rigoletto. Ma aveva anche letto delle sue numerose avventure femminili, ad
esempio dello ÆscandalosoÇ bacio sulla bocca a Lina Cavalieri durante la Fedora. Per cui, quando
Caruso, ricevuti i cucchiaini, invit quella bella signorina bionda a salire in casa sua, Dorothy ritenne
pi prudente rifiutare. Allora Enrico la preg di attenderlo sulle scale: entr in casa, e ne ridiscese con
due tazzine di caff. Quel caff bevuto sul pianerottolo fu il primo di tante dolcissime tazzine che
Enrico e Dorothy bevvero insieme dopo che lei divent la signora Caruso, dandogli anche una figlia, a
cui diedero il nome di Gloria.
(lib. da Gaetano Afeltra,ÐCorriere della SeraÑ, 6 giugno 2003)
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 - giugno 2005
1 Il caff, per i napoletani,
A
costituisce un toccasana buono per ogni occasione
B
simboleggia una sorta di elisir di lunga vita
C
se bevuto doppio infonde unÓenergia tutta particolare
D
se assunto costantemente rinvigorisce il sistema sanguigno
2 Brigida, la cassiera del ÆCaff PortoricoÇ,
A
aveva la funzione di irretire i clienti con allettanti promesse
B
era affabile nei modi, ma aveva un carattere scontroso
C
respingeva con fermezza tutte le ÐavancesÑ dei clienti
poteva essere conquistata solo dopo un serrato corteggiamento
D
3 A New York, il grande tenore Caruso
A
era riuscito a creare con i propri vicini di casa dei rapporti molto cordiali
riceveva regolarmente scorte di caff ed acqua per la sua bevanda preferita
B
ospitava schiere di amici e di ammiratori nel suo lussuoso appartamento
C
manteneva abitudini e modi di fare caratteristici della sua citt di origine
D
4 Dorothy Benjamin, al suo primo incontro con Caruso,
A
ne respinse con fermezza le eccessive attenzioni
fu infastidita dal suo atteggiamento dongiovannesco
B
ag con cautela e circospezione conoscendone lÓindole libertina
C
accett, dopo molte insistenze, di bere un caff con lui
D
5 In questo articolo lÓautore analizza il caff
A
da un punto di vista dietetico e terapeutico
come fenomeno sociale e di costume
B
sotto lÓaspetto folcloristico e popolare
C
sotto un profilo storico e antropologico
D
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 - giugno 2005
2  testo
TERRUZZI ACQUISTA PALAZZO GRASSI DAL COMUNE DI VENEZIA
IL RITORNO DI ÆGOLDFINGERÇ, UN TESORO CON IL NICHEL
Quello per Palazzo Grassi, da ieri suo al 95%, non stato un colpo di fulmine. Guido Angelo
Terruzzi aveva guardato altrove. Qualche tempo fa era stato tentato di comprare CaÓ Dario,
altro gioiello architettonico sul Canal Grande. Alla fine aveva rinunciato, e non per il prezzo:
con una liquidit stimata oltre i 200 milioni di euro, per Terruzzi poche cose sono troppo care.
A tenerlo lontano era stata la superstizione, caso mai quella dimora portasse davvero cattiva
sorte. ç stata una delle rare volte che ÆGoldfingerÇ, il Ære del nichelÇ, ha temuto di non poter
vincere con le sue sole forze. Per il resto lÓuomo dai mille soprannomi ci quasi sempre
riuscito. Ha iniziato a farlo 61 anni fa, quando ne aveva 14 e abbandon le scuole per seguire
il padre per fare il ÆrotamatÇ. Nella Milano dellÓepoca, era il mestiere di chi raccoglieva
ovunque materiali non ferrosi. ÆCompravamo cento quintali di rame a mille lire al chilo e lo
rivendevamo alle fonderie a piccole partite a 1.100 lireÇ, ha raccontato in una sua rarissima
intervista di 25 anni fa. ÆRecuperammo materiali del tutto sconosciuti nellÓItalia dellÓepoca, il
nichel, il cobalto, il tungsteno, il molibdenoÇ. Per di qui fino a diventare alla fine degli anni
Ó70 il finanziere pi ricco di liquidit nel Paese, ne corsa di strada. Non cÓ solo il nichel nella
vicenda di questÓuomo massiccio e bizzarro, innamorato della sua collezione di Canaletto e
Tiepolo. Non cÓ il nichel, ma neppure la tradizionale parabola da imprenditore padano negli
anni del miracolo. Terruzzi non ha mai sviluppato davvero un progetto industriale, il suo
riflesso condizionato sempre stato comprare e rivendere al pi presto, con il massimo
margine possibile. Lui stesso, molti anni fa, ha ammesso quanto lÓarte del ÆrotamatÇ abbia
inciso sulla sua concezione della ricchezza. Non potere, solo denaro sempre a
disposizione. ÆCÓ chi vuole due, quattro, dieci aziende e chi non ne vuole nemmeno una -
disse -. Io preferisco non avere le aziende e avere i quattrini, inflazionati ma sempre liquidi.
Chi vende il nichel vuol essere pagato in contantiÇ. UnÓeccezione in verit la fece una volta,
quando per fu battuto dagli Agnelli per lÓacquisto della Toro Assicurazioni. Fedele alla sua
linea, Terruzzi per il resto ha guadagnato fortune in modi a volte imprecisati: negli anni Ó60
con gli immobili o con la compravendita di aziende decotte, negli anni Ó70 grazie a prestiti
molto, molto oculati e grazie anche a massicce operazioni di Borsa a spese del Æparco buoiÇ.
Effettuate, questÓultime, con spirito non molto diverso da quello con il quale ha sempre fatto
fortuna al tavolo verde.
Tanta disinvoltura ha finito per costare al finanziere qualche problema. Bruno Tassan Din,
amministratore delegato dellÓallora Rizzoli, lo accus di aver esportato capitali in Svizzera. A
met degli anni Ó80 si rifugi a Montecarlo per evitare lÓarresto, ma quella acqua passata.
Terruzzi ancora alieno alla pubblicit ma oggi, a 75 anni, si gode senza patemi le molte ville
e alberghi a Bordighera, Acapulco o in Costa Azzurra. A Palazzo Grassi, non pretende di
dettare il programma culturale delle mostre. Al ÆrotamatÇ, basta unÓala dello storico palazzo
dove esporre al mondo i suoi Canaletto, Guardi, Tiepolo, Bellotto, Annigoni.
(lib. da Federico Fubini, ÐCorriere della SeraÑ, 20 febbraio 2005)
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 - giugno 2005
6 Guido Angelo Terruzzi ha finito per rilevare Palazzo Grassi
A
dopo numerose titubanze ed incertezze
B
facendosi condizionare da fattori irrazionali
C volendo ostentare la sua enorme ricchezza
D
in quanto era pi conveniente di CaÓ Dario
7 Il re del nichel deve la sua fortuna al fatto di
A aver operato in un settore commerciale non ancora sfruttato
B aver intuito che lÓeconomia del tempo si basava sul commercio dei metalli
C aver investito i suoi primi guadagni nella lavorazione del rame
D aver saputo approfittare adeguatamente degli insegnamenti paterni
8 Alla base della filosofia di Terruzzi vi
A il costante desiderio di guadagni immediati
B lÓabilit nel prevedere lÓandamento dellÓinflazione
C il totale rifiuto del concetto stesso di industria
D un forte disinteresse per i beni immobili in generale
9 Tra gli anni Ó60 e gli Ó80 lÓindustriale
A dimostr pi propensione al gioco che non alle attivit economiche
C si lanci in operazioni commerciali poco trasparenti e al limite del lecito
D sconfisse la concorrenza con spericolate operazioni finanziarie
10 Con lÓultimo acquisto, Terruzzi intende
A dedicarsi allÓallestimento di mostre artistiche
B dare una collocazione permanente alle sue tele
C sfuggire al clamore delle sue poco edificanti vicende finanziarie
D godersi privatamente la sua preziosa collezione di quadri dÓepoca
B decise di modificare radicalmente le sue strategie finanziarie
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