ZESTAW 1
1. Lo Stato Pontificio negli anni 1824-50
Papa Leone XII (1823-1829) – Za jego pontyfikatu przeprowadzona została reforma sądownictwa. Przywrócone zostały sądy biskupie do spraw kościelnych i świeckich. W 1827 wydany został Kodeks reformistyczny zarządu Państwa Kościelnego, który wprowadził klerykalizację władzy. Wprowadził również, pod karą więzienia, nakaz obowiązku spowiedzi wielkanocnej. Był też odpowiedzialny za przymusowe chrzty dzieci żydowskich i za zamykanie Żydów w gettach.
Papa Pio VIII (1829-1830) – Nel corso del suo pontificato si preoccupò di abolire il nepotismo, abbandonando anche la pratica dello spionaggio attuata dai predecessori, ed emanò un'Enciclica di condanna delle Società bibliche e delle associazioni segrete.
Papa Gregorio XVI (1831-1846) – Jako papież głosił tezę o absolutnej wyższości władzy kościelnej nad świecką; występował przeciwko rozdzielaniu Kościoła od państwa. W czasie trwania pontyfikatu Grzegorza XVI państwa południowoamerykańskie uzyskiwały niepodległość. Papież stanął na stanowisku, iż w sprawach kościelnych Stolica Apostolska będzie prowadziła negocjacje z rządem, który faktycznie sprawuje władzę. Grzegorz XVI potępił niewolnictwo i sprzedaż niewolników jako niegodne chrześcijan. Był również przeciw powstaniom Polaków.
Beato Pio IX (1846-1878) – Fu l'epoca delle grandi riforme dello Stato Pontificio: il Ministero liberale, la libertà di stampa e la libertà agli Ebrei, la Guardia Civica, l'inizio delle ferrovie. Nel marzo del 1848 durante le Cinque Giornate di Milano lo Stato Pontificio si trovò di fatto impegnato in una guerra contro l'Austria per l'indipendenza italiana. Ma il 13 aprile 1848 una speciale commissione cardinalizia impose lo sganciamento del Papa dal movimento patriottico italiano epressa da Pio IX con il discorso del 29 aprile 1848 che mise in evidenza le contraddizioni e le incompatibilità della posizione del Papa come capo della Chiesa universale ed allo stesso tempo capo di uno stato italiano, cioè tra il potere spirituale e quello temporale. Gli anni che seguirono al suo ritorno a Roma furono anni di infaticabile lavoro in cui continuò la politica riformista già attuata nei primi due anni di pontificato: il 14 agosto 1850 con una legge unica nell'Europa dell'epoca stabilì disposizioni per tutto lo Stato Pontificio per la tutela e formazione dei sordo-muti mentre il 12 settembre 1850 con un "motu-proprio" istituì il Consiglio di Stato, una consulta per le finanze ed elargì un'ampia e nuova amnistia.
2. Garibaldi ed il suo contributo al Risorgimento
Garibaldiemu chodziło o wyzwolenie i zjednoczenie Włoch w walce z Austriakami. Wyruszył z Mazzinim ku granicy Szwajcarii, ale w Como ich drogi się rozeszły. Mazzini ze swymi zwolennikami przekroczył granicę i udał się do Genewy, a Garibaldi rozpoczął wojnę partyzancką w górach. Po dwóch zwycięskich musiał wrócić do Piemontu. Heroiczna obrona Rzymu skończyła się klęską. Wojska francuskie wkroczyły do miasta 30 czerwca 1849 roku, a Garibaldi, ścigany przez Francuzów, Austriaków, Hiszpanów i Neapolitańczyków, uciekał w stronę Wenecji, która wciąż jeszcze broniła się przed siłami austriackimi. Po pełnym trudów marszu 250 ludzi Garibaldiego znalazło schronienie w republice San Marino. Garibaldi udał się do La Spezia, ale rząd piemoncki zmusił go do wyjazdu z kraju. W kwietniu 1860 roku wybuchło powstanie w Messynie i Palermo, a całą Sycylię ogarnęło wrzenie. Garibaldi zorganizował akcję nazywaną "wyprawą tysiąca", dążąc do obalenia dynastii Burbonów (króla Franciszka II) i włączenia Królestwa Obojga Sycylii do niepodległych Włoch. W dniu 15 maja pobił pod Calatafimi 3-tysięczne siły Burbonów i zaraz ogłosił się dyktatorem Sycylii w imieniu Wiktora Emanuela, potem ogłosił go królem całych Włoch.
3. La Carboneria ed il suo programma
La Carboneria è stata una società segreta italiana fondata a Napoli durante i primi anni dell'Ottocento su valori patriottici e liberali. Chi si iscriveva alla Carboneria non ne doveva conoscere tutte le finalità fin dal momento della sua adesione: gli adepti erano infatti inizialmente chiamati "apprendisti" e solo in seguito diventavano "maestri" e dovevano impegnarsi a mantenere il più assoluto riserbo, pena la morte. Gli iscritti alla Carboneria aspiravano soprattutto alla libertà politica ed a un governo costituzionale: appartenenti in gran parte alla borghesia e alle classi sociali più elevate, si erano divisi in due settori o logge: quella civile, destinata alla protesta pacifica o alla propaganda, e quella militare, destinata alle azioni di guerriglia. Dopo aver raccolto il favore di molti elementi della borghesia cittadina come artigiani e mercanti la Carboneria iniziò ad assecondare le volontà guerresche dei suoi capi, tralasciando altri gravi problemi politico-sociali che avrebbero creato all'interno di essa stessa un'ideologia e dei percorsi politici tortuosi e spesso contraddittori: ad esempio i carbonari si dichiaravano favorevoli all'indipendenza italiana, ma non accennavano minimamente all'eventuale governo che avrebbe dovuto guidare l'Italia libera. Tale ambiguità (quella cioè di non poter affermare con certezza la collocazione politica della Carboneria, che unì elementi di "destra" con altri di "sinistra" e di "centro") terminerà solo quando, a seguito di una lunga sequela di disfatte militari, alcuni carbonari ripensarono il problema della libertà con una prospettiva più ampia mirante ad una azione comune e alla formazione di una nazione unita.
4. Le riviste italiane più importanti negli anni 1830-40
Progresso delle scienze
Giornale Agrario
Guida de Educatore
Annali Universali di Statistica
Rivista Europea
Il politecnico
Biblioteca popolare
Messaggiero Torinese
Annali Civili del Regno delle Due Sicilie
Giornale del Regno delle Due Sicilie
Giornali d’intendenza
Il Progresso delle Scienze, delle Lettere e delle Arti
Politecnico
ZESTAW2
1. Carlo Alberto– Risorgimento
Divenuto re di Sardegna si dedicò al riordinamento dello Stato, risanando le finanze, promuovendo lo sviluppo economico del Regno, riorganizzando l'esercito e dando impulso alle riforme amministrative. Inoltre stipulò un'alleanza con l'Austria. Creò una Corte sontuosa, protesse gli artisti, fece erigere monumenti alla memoria dei suoi predecessori, rinnovò gli Ordini cavallereschi, fondò l'Ordine Civile dei Savoia e aiutò la Chiesa. Riformò i codici, abolì i diritti feudali, diede impulso all'agricoltura e al commercio, permise le sviluppo di una vita politica in Piemonte, facilitò i congressi scientifici, fondò la biblioteca reale, il medagliere, la Galleria delle Armi (una collezione di armature dei secoli precedenti), la pinacoteca, l'accademia Albertina delle Belle Arti e la Deputazione reale della storia patria. Inoltre nel 1846 costituì la Corte di Cassazione. 4 marzo del 1848 diede lo statuto (sulla base di quelli belga e francese) che porta il suo nome (Statuto Albertino) e che rimase in vigore in tutta Italia fino all'emanazione della nuova costituzione repubblicana del 1948. Decise infatti di prestare soccorso ai milanesi insorti durante le Cinque giornate di Milano (dal 18 al 22 marzo del 1848) e il 24 marzo dichiarava guerra all'Austria. Entrava a Milano solo dopo la fine delle Cinque giornate (quindi, solo dopo che i lombardi si erano già liberati da sè) e solo dopo la costituzione nella città di un governo moderato (26 marzo). Successivamente, proclamò un plebiscito per l'annessione al Regno di Sardegna che lo avrebbe elevato per qualche tempo anche a signore di Milano, ma che gli avrebbe anche fatto perdere giorni preziosi per l'avanzata dell'esercito, che si arrestò dinanzi alle fortezze del Quadrilatero. Questa guerra sarebbe passata alla storia con il nome di Prima guerra d'Indipendenza. Dopo una prima fase di vittorie e la conquista delle importanti piazzeforti di Pastrengo (Carica di Pastrengo), Peschiera e Goito, la crescente ostilità del Papa e degli altri monarchi italiani contribuirono alla disfatta dell'esercito piemontese, che non più sostenuto se non da pochi volontari, venne sconfitto a Custoza il 25 luglio 1848. Il 5 agosto Carlo Alberto abbandonò Milano e la Lombardia non prima di aver ricevuto qualche pallottola alla finestra sparata da parte di un cittadino milanese. Il successivo 9 agosto firmò l'armistizio di Salasco. Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele.
2. Imperatore Napoleone III e l’Italia
W 1859 r. poprowadził 100 tys. armię na pomoc Królestwu Sardynii (Piemontu), zaatakowanemu przez wojska austriackie. Zostały one pobite przez Francuzów pod Magentą (4 czerwca 1859) i Solferino (24 czerwca 1859) w Lombardii, po czym Napoleon III zawarł z Austrią rozejm, anektując prowincję lombardzką do Francji, a następnie wymieniając ją z Piemontem na przygraniczne tereny Sabaudii i Nicei. Klęska Austrii stała się asumptem do powstań narodowościowych w Toskanii, Parmie, Modenie i Państwie Kościelnym. Wszystkie te, dotąd odrębne państewka, przyłączyły się wraz z Królestwem Obojga Sycylii, ale bez Państwa Kościelnego, do Królestwa Sardynii (Piemontu), które uosabiało wówczas idee risorgimento, to jest wskrzeszenia jednego państwa włoskiego. W wyniku zmian na mapie Italii, Państwo Kościelne zostało zmniejszone do Rzymu i przyległości (prowincja Lacjum), a świecka władza papieża mocno ograniczona. Stało się to powodem wielkiej krytyki Napoleona III przez biskupów, katolików francuskich i opozycji monarchistycznej. W rezultacie zastosował on represje wobec kleru, zamykając część gazet oraz stowarzyszeń katolickich i szkół zakonnych.
3. Le costituzioni italiane durante i moti 1848-49
Sovranità popolare, forma di Stato repubblicana; regime non esplicitato (non è né parlamentare né presidenziale
Potere legislativo: monocamerale, eletto a suffragio universale; mandato non imperativo; ha iniziativa legislativa; non può essere sciolta da Presidente della Repubblica
Potere esecutivo: detenuto dal Presidente della Repubblica, eletto per quattro anni a suffragio universale e diretto; dichiara la guerra e sottoscrive trattati, approvati poi dall’Assemblea Nazionale; può rinviare le leggi all’Assemblea; può far presentare proposte di legge dai ministri; nomina e revoca i ministra. Potere giudiziario: il Presidente nomina i giudici di pace, i membri della Corte di Cassazione e della Corte dei Conti, i pubblici ministeri
4. Protagonisti dei moti costituzionali di Napoli
Michele Morelli, Giuseppe Silvati– La notte tra il l’1 e il 2 luglio 1820, la notte di San Teobaldo, patrono dei carbonari, Morelli e Silvati diedero il via alla cospirazione disertando con circa 130 uomini e 20 ufficiali. Ben presto il raggiunse Minichini che entrò in contrasto con Morelli: il primo voleva procedere con un largo giro per le campagne allo scopo di aggiungere alle proprie fila quei contadini e quei popolani che credeva attendessero di unirsi alla cospirazione; il secondo voleva puntare direttamente su Avellino dove lo attendeva il generale Pepe. Minichini lasciò lo squadrone allo scopo di seguire il proprio intento, ma dovette far ritorno poco dopo senza risultati. Il giovane ufficiale Michele Morelli, sostenuto dalle proprie truppe, procedeva verso Avellino senza incontrare per le strade l’entusiasmo delle folle che si aspettava. Il 2 luglio, a Monteforte, grande borgo noto per la sua tradizione cospiratrice, fu accolto trionfalmente. Il giorno seguente, Morelli, Silvati e Minichini fecero il loro ingresso ad Avellino. Accolti dalle autorità cittadine, rassicurate del fatto che la loro azione non aveva intenzione di rovesciare la monarchia, proclamarono la costituzione sul modello spagnolo. Dopo di che, passò i poteri nelle mani del colonnello De Concilij, capo di stato maggiore del generale Pepe. Questo gesto di sottomissione alla gerarchia militare, provocò il disappunto di Minichini che tornò a Nola per incitare una rivolta popolare. Il 5 luglio, Morelli entrava a Salerno, mentre la rivolta si espandeva a Napoli dove il generale Guglielmo Pepe aveva raccolto molte unità militari. Il giorno seguente, il re Ferdinando si vide costretto a concedere la costituzione. Per festeggiare la vittoria, molti cospiratori ( circa 20000 uomini) giunsero a Napoli. C’era anche Morelli alla testa del suo squadrone che nel frattempo era stato ribattezzato “Squadrone Sacro”. Morelli si ritenne soddisfatto di quell’impresa, tant’è vero che decise di non partecipare ai mori rivoluzionari di Palermo il 20 luglio 1820.
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1. I e II campania di Napoleone
I campania (1796-97) Vittorio Amedeo non unì il suo esercito con quello austriaco– Napoleone si diventò in una posizione vantaggiosa, nel 1796 entra in Milano
Attraversa le Alpi, sconfigge i piemontesi, costringe il re di Sardegna a chiedere la pace. Nel 1797 entra nel territorio della Repubblica Cisalpina, le Legazioni (Bologna, Ferrara, Ravenna) sono sottratte al Papa con il trattato di Tolentino. Legazioni e il Ducato di Modena formano la Repubblica Cispadana, dopo fondendo Lombardia e Cispadana crea la Repubblica Cisalpina. Decise di concedere la Costituzione che deve essere quasi identica a quella francese. 17 ottobre 1797 trattato di Campoformio dopo che si vede la rorrura tra patrioti italiani e Napoleone. 1798 un gruppo di giacobini proclama la Repubblica Romana.
II campania (1798-1801) Nel 1798 Pio VI deve scappare in Toscana, coalizione antifrancese (Russia, Prussia, Austria, Inghliterra). Crea la Repubblica Subalpina, Piemonte viene annesso alla Francia. Il 9 1798 novembre attua un improvviso colpo di stato, dichiara decaduto il Direttorio e fa votare una nuova Costituzione (tre Consoli: 1799 primo– Bonaparte). A metà di marzo 1799 Lombardia, Emilia e Piemonte caddono nelle mani degli austro-russi. Napoleone riporta la vittoria a Marengo (1800), la pace di Luneville (1801) conferma i patti del Campoformio. Nel marzo 1801 Napoleone stipula a Firenze la pace con Napoli, lasciando il Reame ai Borboni, Napoleone diventa il Presidente, nel 1804 diventa l’imperatore.
2. Giovine Italia (Mazzini)
Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le teorie mazziniane furono inoltre di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato. La liberazione dell'Italia potesse avvenire solo attraverso la costituzione di uno Stato repubblicano unitario e che artefice del riscatto nazionale potesse essere solo il popolo animato da una profonda fede religiosa. L'idea di libertà si congiunge nel pensiero di Mazzini indissolubilmente all'idea di "patria". Come afferma lo storico Rosario Romeo: " ... il mazzinianesimo riuscì a realizzare, su scala nazionale, il primo movimento autenticamente democratico". Il Mazzinianesimo, però, non va considerato un semplice movimento irredentista, o peggio ancora nazionalista. Mazzini fa propria l'idea di nazione, ma auspica la convivenza pacifica fra i vari popoli. Egli infatti nel famoso trittico della rivoluzione francese, affianca, alla Libertà e all' Uguaglianza, a volte l' Associazione altre l' Umanità.
3. Congresso di Vienna
Segna l'inizio dell'età della Restaurazione, che in letteratura si fa coincidere con il Romanticismo e nella storia della filosofia con l'Idealismo. Nel Congresso di Vienna si confrontarono due linee politiche contrapposte: coloro che volevano un puro e semplice ritorno al passato e quelli che sostevano la necessità di un compromesso con la storia trascorsa: «Conservare progredendo» era la loro parola d'ordine. Il Congresso di Vienna si tenne nella capitale dell'allora Impero austriaco, dal 1 ottobre 1814 al 9 giugno ...
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