Barbara Baraldi -01- Scarlett.pdf

(772 KB) Pobierz
817157524.001.png
BARBARA BARALDI
MONDADORI
817157524.002.png 817157524.003.png
© 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
Prima edizione aprile 2010
Stampato presso Mondadori Printing S.p.A.
Stabilimento N.S.M., Cles (TN)
Printed in Italy
ISBN 978-88-04-60058-9
Per te,
con una rosa spezzata
hai segnato
la mia vita
Prologo
Pioggia scrosciante. La notte mi avvolge nel suo mantello di velluto nero. Il
cappuccio della felpa alzato, sono un randagio inzuppato d'acqua e di
lacrime. Dubbi, paure; non so più a cosa credere, a chi credere. Tremo, non
solo per il freddo. Le emozioni si scaricano come scosse, come i lampi che
tagliano il cielo.
Il parco sembra uscito da un incubo. Le forme spettrali degli alberi, il buio
che inghiotte i contorni dell'edificio. Rimango qualche istante immobile. Non
mi aspettavo di trovare la porta socchiusa. Procedo in punta di piedi. Senza
accorgermene sono dentro. Il pavimento lucido riflette pallida la mia
immagine. Mi rendo conto ora dell'errore fatale che ho commesso. Non
dovrei essere qui, eppure stringo i pugni e vado avanti. Ho bisogno di fare
chiarezza, di trovare delle risposte.
Il cellulare, Scarlett, tiralo fuori!
Lo prendo in mano, la chiamata di emergenza pronta a partire. Seguo un
rumore ipnotico che mi guida verso la scala a chiocciola in fondo al corridoio.
Un tuono fragoroso, poi un lampo fende la notte. Mi illumina come il flash
di una foto. Non riesco a trattenere un grido. Il cuore è un treno impazzito.
Cammino a tentoni per cercare l'interruttore. È allora che me li trovo
davanti.
Occhi rossi, famelici, sembrano quelli di una belva. Appartengono a
un'ombra scura, alta almeno due metri. Cerca di afferrarmi ma scivolo via.
Comincio a correre. Grido e la voce esce come una carezza di carta vetrata
nella gola.
Ansimo, guardo indietro, non lo vedo più. Forse l'ho seminato.
Non faccio in tempo a pensarlo che gli occhi rossi sono dinanzi a me.
Cerco di fuggire, inciampo e batto i palmi delle mani sul pavimento. Un
dolore lancinante. Il cellulare vola a metro di distanza. Non c'è tempo per
riprenderlo. Mi alzo, slitto di nuovo e batto il ginocchio.
L'ombra scura mi sovrasta. Il buio non mi permette di distinguerne i
lineamenti. Solo gli occhi che brillano come gocce di sangue. Mi colpisce
senza esitare, un urto violento. Volo per qualche metro come un manichino
disarticolato. Il dolore mi soffoca.
Sbatto contro una parete e cado a terra con un tonfo. Tossisco, una fitta al
petto. Stringo i denti per rialzarmi ma non serve a niente. L'ombra è già di
fronte a me. La sua mano è una morsa che mi afferra alla gola e mi inchioda
al muro. Il suo tocco è freddo come l'acciaio e il tanfo acido della sua pelle mi
Zgłoś jeśli naruszono regulamin